sabato 20 febbraio 2016

Frank Schatzing, atto II: Limit

Sottotitolo: Quante pagine sono costretta a leggere prima di poter definire un libro "carta da culo"?


Disclaimer: A differenza degli altri libri di cui ho pubblicato recensioni, questo non l'ho finito. Ho gettato la spugna a pagina 141, quando ho capito che l'autore stava facendo a gara con George Martin a chi riusciva ad allungare di più il brodo senza far succedere un cazzo nella trama, e che stava vincendo alla grande.






Testaccia mia di merda, tu e la tua solita, pessima abitudine di dare una seconda possibilità a scrittorucoli tipo questo!

Limit è un pessimo polpettone di 1400 pagine, di cui almeno le prime 140 sono occupate da fuffa inutile e noiosissima, che non invoglia assolutamente a leggere il resto.


La Trama: Ci sono delle persone su un'isola, ospiti di un miliardario che ha costruito un ascensore che porta sulla luna, che perdono tempo sbrodolando infodump inutile. Nel frattempo, in una quindicina di pagine, l'investigatore Owen Jericho fa arrestare un criminale che da anni sfuggiva alle autorità cinesi nascondendosi in un groviglio di plot holes. Poi il libro va avanti ma a me non fotte niente, col cazzo che continuo questo supplizio.


Perché fare una recensione su un libro non finito?
Perché c'è un motivo se ho abbandonato la lettura, e quel motivo è che le prime 141 pagine sono di un noioso e di un inutile inumano. Può pure esserci un fottuto capolavoro dopo, ma fottesega. Nessuno mi paga per fare recensioni, quindi non vedo perché dovrei soffrire leggendo un libro come questo.
In 141 pagine si può scrivere un capolavoro, o anche solo un romanzo passabile, o addirittura un pessimo romanzo, ma usarle per non scriverci nulla è troppo persino per me.
Non ho finito Limit perché mi ha annoiato.
Per rendere l'idea, capolavori come il Macbeth e Il Cuore Rivelatore occupano rispettivamente circa 100 e circa 6 pagine. Ora nessuno si aspettava che Schatzing scrivesse l'equivalente di una ventina di Cuori Rivelatori in queste prime pagine, ma tra questo e sprecarle riempiendole di fuffa indecente passa un abisso.
Adesso, apriamo le danze!


Parte uno, Orley Space Station:
Vic Thorn ha pochi secondi di vita. Stava riparando lo Shuttle che doveva portarlo sulla Luna, quando un braccio meccanico lo ha colpito, scagliandolo nel vuoto. Mentre fluttua verso il buio della morte, Vic comprende che il suo segreto si perderà con lui nello spazio infinito...
Questo è il prologo, una roba indecorosa dominata dai classici spiegoni alla Schatzing, ma almeno succede qualcosa nell'ultima pagina. Tutto il resto sono i già citati spiegoni, Vic Thorn che si sbrodola nei pantaloni pensando all'astronauta russa e lunghissimi elenchi come questo:
Thorn sospirò. Space debris, cioè detriti spaziali, la cui fastidiosa onnipresenza era dovuta alla frenetica corsa alla conquista dello spazio inaugurata negli anni ’50 dai russi col lancio degli Sputnik.
Da allora, i rimasugli di migliaia di missioni fluttuavano a ogni altezza: stadi esauriti di missili, satelliti dimenticati, rottami d’innumerevoli esplosioni e collisioni, reattori completi e scorie minuscole, goccioline di liquido refrigerante congelato, viti e fili metallici, frammenti di plastica e di metallo, brandelli di fogli dorati, pezzetti di vernice scrostata...
E blah, blah, blah, notate inoltre lo spiegone non richiesto sugli space debris e sullo sputnik, del tutto ininfluenti ai fini della storia, ma anche qui Schatzing vuole solo dimostrare che ha fatto i compiti studiandosi la storia della conquista dello spazio.
O ancora, ecco un altro lunghissimo, osceno elenco che dovrebbe paragonare i rumori della città al silenzio dello spazio:
Le città adorano produrre rumore. Strade in cui l’aria è satura di stimoli acustici. Persone che si fanno notare suonando il clacson, gridando il nome di qualcuno, fischiando, chiacchierando, ridendo, lamentandosi, urlando. Il rumore come collante sociale, codificato nella cacofonia. Chitarristi, cantanti, sassofonisti negli atri degli edifici e sulle banchine della metropolitana. Cornacchie che manifestano il loro malumore, cani che abbaiano. Il rimbombo delle macchine industriali, chiassosi martelli pneumatici, metallo su metallo. Rumori inaspettati, familiari, carezzevoli, striduli, acuti, cupi, misteriosi, che s’intensificano e poi si attenuano, che si avvicinano e poi si allontanano, rumori che salgono come gas, altri che colpiscono lo stomaco e le orecchie. Il borioso rumore baritonale delle limousine che si disputano l’egemonia della strada con schizzinosi motorini, col ronzio delle automobili elettriche, con l’aggressività delle macchine sportive, con le moto tirate a lucido, col secco «fatti-da-parte» degli autobus. Musica nelle boutique. Concerti improvvisati nelle zone pedonali, gente che gironzola, strascica i piedi, cammina impettita, va di fretta. Nel cielo, il rombo delle turbine di aerei lontani. Una città è come una gigantesca campana.
All'esterno di una stazione spaziale, non c’è nulla di tutto ciò.
E qui arrivati alla terza riga si inizia automaticamente a sostituire le parole con "Blah, blah, blah".
Righe e righe sprecate, piene di parole vacue che non evocano nessuna immagine.
Giusto perché sono una bruttissima persona, metterò a paragone questa descrizione di rumori cittadini con una fatta da uno scrittore serio:
Scattò il verde e il frastuono di macchine, moto, motociclette e taxi tuk-tuk crebbe tanto che a Dim sembrò di vederlo riflesso sui vetri del Robertson Department Store, che si erano messi a vibrare.
Jo Nesbø - Scarafaggi
Notate differenze? La descrizione di Schatzing è un elenco interminabile di cose generiche, senza nessun'immagine evocativa, quella di Nesbø invece riesce a rendere benissimo il frastuono grazie all'immagine dei vetri che tremano, e in sole tre righe.
Ripeto, nessuno qui si aspettava una descrizione stupenda come quella di Nesbø, ma se proprio non sei capace di farne almeno evita di ammorbare i lettori con interminabili liste della spesa.
E il supplizio continua:
Per quanto fossero familiari i rumori all'interno dei moduli abitativi, dei laboratori, delle sale di controllo, dei tunnel di collegamento, dei settori per il tempo libero e dei ristoranti, distribuiti su un’altezza complessiva di duecentottanta metri, quando si lasciava per la prima volta la stazione per l’EVA, l’Extravehicular Activity, l’attività esterna, ci s’immergeva in un ambiente spettrale. Senza preavviso, ci si trovava fuori, ma davvero fuori, fuori come in nessun altro luogo. Al di là delle camere di decompressione, cessava ogni impulso acustico. Non era come diventare improvvisamente sordi, ovvio. Si potevano udire i rumori prodotti dal proprio corpo, il ronzio del sistema di pressurizzazione integrato nella tuta e la radio, ma tutto ciò avveniva all'interno della piccola navicella portatile che s’indossava.
Tutt’intorno, nel vuoto, regnava un silenzio assoluto. Era possibile scrutare l’impressionante sagoma della stazione; sbirciare all'interno degli oblò illuminati; scorgere il gelido luccichio degli accumulatori delle luci di allineamento, che non sarebbero mai atterrate su un pianeta e che avevano senso unicamente in assenza di gravità; osservare l’attività di quella grande e laboriosa città, i movimenti delle gru lungo l’anello esterno e il viavai delle navette nel settore interno; i robot che fluttuavano nel vuoto, abbastanza simili a esseri viventi da far venire voglia di chieder loro la strada...
Intimamente sopraffatti dalla bellezza di quella grande costruzione, della Terra lontana e della fredda luce delle stelle, non diffusa da nessuna atmosfera, quasi ci si aspettava di udire una musica misteriosa o romantica. Ma l’universo restava muto: la grandiosità trovava la sua orchestrazione unicamente nel proprio respiro.
Ecco, tutto scritto così. Un continuo blah blah blah inutile, che il lettore legge forse per due righe prima di appendere e scorrere con gli occhi il testo cercando cose concrete.
E giusto per essere ancora più cattivi, ecco altre due righe da un altro scrittore serio, stavolta per descrivere il silenzio, paragonatele pure agli enormi e inutili elenchi di Schatzing:
A parte il lieve stillicidio dell'acqua che gocciolava dal cappotto bagnato, tutto era silenzioso.
Joe Abercrombie - L'Ultima Ragione Dei Re
Non impazzisco per Abercrombie, ma il paragone è spietato lo stesso. Una riga e uno sputo contro un fottiliardo di parole inutili che non evocano un cazzo di niente, se non una noia mostruosa. Abercrombie ti fa focalizzare sul dettaglio dell'acqua gocciolante per descriverti il silenzio circostante, Schatzing ti descrive millanta rumori che nessuno è umanamente capace di mettere assieme, poi ti dice che a parte quelli c'è solo il silenzio. Assoluto, aggiunge, andando in contraddizione con quanto detto fino ad adesso.
Caro Frank, "silenzio assoluto" vuol dire che non si sente un cazzo di niente, nemmeno i rumori di Vic che scorreggia nella tuta. E dato che hai parlato di generici rumori prodotti dal corpo, per me sta davvero scorreggiando.
Caro Frank, un libro non è come un casatiello, che più ci metti e più ci trovi! Un libro con 140 pagine di fuffa non è un libro migliore, è un libro con 140 pagine di troppo!
E giusto per essere ancora più cattivi, le due citazioni non-Limit non le ho cercate in lungo e in largo, le ho semplicemente prese dagli ultimi due libri che ho finito di leggere, tanto per specificare quanto sia facile trovare descrizioni decenti.


Parte due, Isla de las Estrellas:
Il miliardario Julian Orley è un uomo che realizza sogni. È sua l'OSS, una grandiosa stazione spaziale. È suo l'ascensore che la collega alla Terra. Ed è suo il Gaia Hotel, il primo, lussuosissimo albergo costruito sulla Luna, in cui ospiterà alcune persone tra le più ricche e influenti del mondo, per offrire loro un'esperienza unica. Un viaggio che però non è soltanto una mossa propagandistica. Orley è infatti alla ricerca di finanziamenti per il suo progetto più ambizioso: estrarre e trasportare sulla Terra l'elio-3, una fonte di energia pulita e pressoché illimitata che si ricava dalla polvere lunare.
Non sono un'esperta di astronomia, ma dubito che la polvere lunare sia illimitata... vabbè!
Ci troviamo nell'anno 2025, l'uomo ha inventato l'ascensore lunare e i nanochip da mettere nei vestiti per prevenire gli infarti, ma ancora non ha trovato un sistema per impedire ai gabbiani di cacare sugli hotel di lusso.
La cultura pop è ferma ai primi anni 2000, e infatti i protagonisti citano Frank Sinatra, gli Eagles, Kurt Cobain, A Nightmare Before Christmas, The Truman Show, ma nulla di successivo all'anno in cui il romanzo è stato scritto, come se gli anni dal 2009 al 2025 non avessero generato nulla di rilevante. O come se uno scrittore pigro si fosse scocciato di riempire 15 anni di storia.
Persino la storia si è fermata al 2009, dato che l'ultimo evento rimasto impresso nella cultura popolare è l'11 settembre 2001. Sì, c'è anche stata una guerra per l'appropriazione del suolo lunare e il declino dei combustibili fossili ma nessuno sembra fottersene.

Abbiamo poi i personaggi, un altro lunghissimo elenco di nomi, vita morte e miracoli che l'autore ci infodumpa senza vergogna alcuna, per bocca di altri personaggi o degli stessi personaggi in questione, che a quanto pare sono colti da un improvviso attacco di nostalgia collettiva e sentono l'implacabile bisogno di ripercorrere mentalmente le proprie vite:
Durante il volo da Quito avevano fatto due chiacchiere ma, al di là di quello, lui era già a conoscenza dell’intimo legame di Mukesh Nair con la campagna. Figlio di umili contadini, originario di Hoshiarpur, nel Punjab, amava la buona tavola, ma preferiva i chioschi di strada ai ristoranti a tre stelle; dava più importanza alle richieste e alle opinioni delle persone semplici che allo small talk dei ricevimenti o dei vernissage, preferiva volare in classe economica e aspirava a possedere vestiti costosi come un cavallo può aspirare ad avere dei mocassini. Tuttavia, con un patrimonio personale stimato in quarantasei miliardi di dollari, Mukesh Nair era uno dei dieci uomini più ricchi del mondo e non ragionava affatto da contadino. Aveva studiato Agraria a Ludhiana ed Economia politica all’University of Mumbai, era stato insignito del premio Padma Vibhushan, la seconda più alta onorificenza civile indiana, e attualmente era il leader incontrastato dell’esportazione di frutta e verdura indiane nel resto del mondo (continua)...

Provò a ricapitolare quello che sapeva di Rogac̆ëv. Suo padre era stato a capo di un gruppo industriale sovietico attivo nel settore dell’acciaio, privatizzato dopo la Perestrojka. Il sistema allora più diffuso prevedeva l’emissione di azioni sotto forma di voucher per i lavoratori. In via provvisoria, l’organismo pluricellulare del proletariato aveva assunto il comando, ma i titoli dell’acciaieria non avevano consentito a nessuna famiglia di superare l’inverno. La maggior parte dei lavoratori si era quindi decisa a convertire in denaro i propri titoli, cedendoli alle società finanziarie o ai propri superiori e ottenendo in cambio, com’era prevedibile, solo una piccolissima frazione del loro valore reale. A poco a poco, le ex imprese statali dell’Unione Sovietica erano cadute nelle mani delle società d’investimento e degli speculatori. Anche il vecchio Rogac̆ëv si era dato da fare, accaparrandosi un numero sufficiente di azioni per prendere il controllo del gruppo industriale. In seguito, un clan mafioso concorrente lo aveva messo sotto tiro... in senso letterale: due pallottole al petto e una terza nel cranio. La quarta era destinata al figlio, ma con lui avevano mancato il bersaglio. Fino a quel momento Oleg aveva avuto come unico interesse le feste studentesche ma, alla morte del padre, aveva lasciato gli studi e, per vendicarsi, si era alleato con un clan vicino al governo, un’esperienza che era culminata in una sparatoria avvenuta in circostanze rimaste oscure. Le indagini avevano accertato che, in quel periodo, Oleg si trovava all'estero; di fatto, però, al suo rientro, lui era improvvisamente diventato presidente del consiglio d’amministrazione e ospite gradito del Cremlino (continua)...

Le sue attività meritorie dietro le quinte e davanti alle telecamere erano cosı̀ numerose che il suo passato era sprofondato in una specie di nebbia: nato a Galway, nella provincia irlandese del Connacht, madre giornalista e padre tenore, impara presto a suonare il pianoforte e la chitarra, recita in teatro per vincere la timidezza, fa la comparsa in film per la TV (continua)...

Riconsiderò mentalmente l’appeal mediatico degli ospiti che avrebbero partecipato al viaggio. Otto coppie e cinque single, lei esclusa. Alcuni di loro non vedevano di buon occhio la sua presenza. Finn O’Keefe, per esempio, era allergico ai talk show. E i Donoghue, ultraconservatori com’erano, di certo non erano lieti di sapere che la potente regina dei talk show americani sosteneva apertamente lo schieramento democratico (continua ancora)...

Ecco qui quello che Schatzing intende per presentazione dei personaggi: una lunghissima biografia vomitata all'inizio, sia mai che il lettore possa conoscere i personaggi attraverso le azioni e non attraverso vergognosi infodump. A questo si aggiunge il problema che tutti i personaggi parlano con la stessa voce, di fatto sono indistinguibili gli uni dagli altri.
Unica, piacevole eccezione, Lynn Orley e i suoi commentini acidi sugli ospiti.

Passiamo all'ambientazione che, come anticipato, è impalpabile.
Oltre ai problemi accennati sopra, aggiungiamo che ogni singola invenzione dell'autore sembra essere sconosciuta ai personaggi:
«Mimi è una creatrice di moda del tutto fuori dall’ordinario», spiegò Ögi, pieno di entusiasmo.
«Se indosserà uno dei suoi pullover potrà dire addio ai medici.»
«Oh. In che senso?»
«Semplice.» Mimi stava per dire qualcosa, ma Ögi la anticipò. «Monitorano le funzioni
fisiologiche! Supponiamo che le venga un infarto... Ecco: il pullover invia la sua documentazione clinica all’ospedale più vicino e fa accorrere un’ambulanza.»
«È anche in grado di operare?»
«Ci sono intessuti alcuni transistor», spiegò Mimi. «Il capo d’abbigliamento in pratica è un computer con milioni di sensori che creano interfacce col corpo di chi lo indossa, ma possono anche essere collegati in rete con sistemi esterni.»
«Sembrerebbe un tantino ruvido.»
«Nella stoffa vengono integrati i chip quantistici di Marc. Non c’è proprio niente di ruvido.»
«A proposito», intervenne il biondo accanto a lei, allungando la mano. «Piacere, Marc
Edwards.»
«Piacere mio.»
«Guardi.» Mimi indicò il suo costume da bagno. «Solo qui dentro ci sono due milioni di
sensori. Tra le altre cose, assorbono il calore dal mio corpo e lo trasformano in elettricità. Ovviamente la quantità di energia sfruttabile a partire da una ’centrale elettrica umana’ è minima, però sufficiente per riscaldare il costume in caso di necessità. I sensori reagiscono alla temperatura dell’aria e dell’acqua.»
Le persone nel 2025 di Schatzing campano sottoterra, dato che ignorano un'invenzione così rivoluzionaria.
Ah, e la geniale Mimi è arciconvinta che Kurt Cobain sia un personaggio di fantasia, giusto per rigirare il ditino nella piaga purulenta che è questo libro.
Ecco altre orripilanti scene di quotidiana ignoranza:
«Sei albina», osservò lui.
«Uh, sei davvero perspicace, Finn.»
«Non hai paura di ustionarti? Per via del... come si chiama... »
«Del mio evidente disturbo legato alla produzione di melanina e ai miei occhi sensibilissimi alla luce», completò lei meccanicamente. «No, non è un problema. Porto lenti a contatto ad alto potere filtrante.»
«E la tua pelle?»
«Sono lusingata. Finn O’Keefe si preoccupa per la mia pelle », lo canzonò lei.
«Guarda che m’interessa davvero.»
«Ovviamente è ipopigmentata. Senza protezione solare prenderei fuoco. Quindi uso Moving Mirrors.»
«E sarebbe?»
«È un gel contenente nanospecchi che si attivano in base all'intensità della luce. Mi permette di stare all'aria aperta un paio d’ore, anche se ovviamente non deve diventare un’abitudine...
Ooooh, perfetto! Lui non sa cosa sia Moving Mirrors, e lei si sente in dovere di spiegare cosa sia l'albinismo, una condizione che pure le piante sul mio balcone conoscono! Niente, Frank proprio non ce la fa a ritenere mediamente intelligenti i suoi lettori, deve sempre e comunque trattarli come dei  completi idioti.
Inoltre, tanto per rimarcare le ovvie carenze dell'ambientazione, vi comunico che più avanti si parlerà di difficoltà nel tenere le guardie armate nascoste discretamente. Problema: nell'ambientazione esistono nanospecchi e abiti con chip incorporati, che assieme potrebbero risolvere il problema, ma pensare alle implicazioni di quelle due invenzioni contate create dal nulla è troppo per uno scrittorucolo da quattro soldi.

Passiamo a questo punto alla terza invenzione: l'ascensore lunare.
Molti si sono complimentati con Schatzing per la plausibilità del progetto, e dico io: "grazie al cazzo, il progetto già esiste".
Schatzing ha l'invidiabile capacità di riuscire a riportare enormi quantità di dati presi altrove per riempire pagine e pagine (se fossi brava la metà di lui adesso avrei già tre lauree), e infatti lo spiegone preso da wikipedia ne occupa almeno venti. A peggiorare la situazione si aggiunge il fatto che lo spiega attraverso la descrizione di un video esplicativo per bambini, quindi oltre allo spiegone dobbiamo sorbirci pure le insulse gag di un razzo cartoon innamorato della luna!
Schatzing è il chiaro esempio di scrittore (?) che ha preso troppo alla lettera lo Show, Don't Tell. Non sempre è bene mostrare, certe cose andrebbero raccontate, per il bene dei lettori.
Qualcuno riesce a immaginare cosa sarebbe stato Harry Potter se la Rowling avesse voluto descrivere ogni singola lezione? Uno strazio, ecco cosa.
Mostrare l'ignobile video esplicativo invece di raccontarlo è la stessa cosa, sarebbe bastato un riassuntone, o meglio ancora, eliminare il video e far sciorinare i dettagli tecnici a qualche altro personaggio per rendere il tutto più sopportabile.

Parte tre, Cina: 
Ormai da due giorni Chén Hóngbīng non ha notizie di sua figlia Yoyo, una ragazza che non ha mai fatto mistero della sua attività di dissidente. Così si rivolge al detective Owen Jericho, chiedendogli d’indagare con la massima discrezione. Tuttavia quella che sembra una «semplice» scomparsa si rivela ben presto la prima tessera di un mosaico che si estende dall’Estremo Oriente agli Stati Uniti, dall’Europa fino al cuore segreto dell’Africa. Un mosaico che, se completato, rivelerebbe un piano che minaccia non solo il futuro della Terra, ma pure quello della Luna...
La mia parte preferita, fosse nulla perché è l'unica in cui succede qualcosa!
Inizio col dirvi che non succede nulla di quanto scritto qui sopra, non nelle famose 141 pagine almeno. Del resto 141 pagine sono poche per far capire al lettore dove sta andando a parare la trama, no?
Comunque, abbiamo la polizia cinese che a causa di una supercazzola prematura con scappellamento a destra è costretta a chiedere l'aiuto di personale esterno:

Una volta ammessa l’impossibilità di proteggere, controllare e vessare nel contempo quasi un miliardo e mezzo di persone, con gli enormi problemi di conflittualità sociale che ne derivavano, le autorità cinesi avevano fatto ricorso a soggetti privati.
Non si capisce se sia un problema di budget (in tal caso affidarsi ai privati sarebbe controproducente) o un problema sociale (caso che affronterò più avanti), ma forse lo scappellamento era a sinistra.
Il nostro eroe Owen Jericho è uno di questi soggetti privati, una sorta di genio dell'informatica nonché unica persona in tutta la Cina capace di agire secondo ragionamenti elementari e non in base al lancio di una moneta.
E nient'altro, il personaggio è tutto qui. Ma a Frank Schatzing non basta.
Non contento di aver creato un personaggio monodimensionale, Frank prova a trasformarlo in una calamita per empatia creandogli un nemico ad hoc che sia quanto di più abietto e disumano possibile, al punto da risultare ridicolo:
Lo osservò, notando per l’ennesima volta le sue lenti spesse un dito, che ingrandivano gli occhi in modo spropositato e gli conferivano un’espressione di costante stupore. Animal Ma stava attraversando il piazzale, facendo ondeggiare il sedere. La sua andatura era determinata da una coxalgia e induceva a credere che sarebbe stato facile avere ragione di lui. Tuttavia il soprannome di Ma Lı́pı́ng - quello era il suo vero nome - non era casuale. Benché lui desse a intendere che il soprannome «Animal» gli fosse stato imposto e che la cosa lo mettesse a disagio, era davvero un individuo aggressivo e pericoloso. Ma anche molto astuto. Altrimenti non sarebbe riuscito a ingannare le autorità, raccontando per anni la balla che aveva chiuso con la pedofilia. Sosteneva di essere la prova vivente della riuscita degli esperimenti di reintegrazione, collaborava con la polizia nella lotta alla pedopornografia - un’epidemia dilagante in Cina - e forniva indizi per la cattura dei pesci piccoli. Insomma faceva il possibile per sottrarsi alla giustizia.
Un capolavoro, chapeau!
Abbiamo un cinese quattrocchi con gli occhiali a culo di bottiglia e soprannome da bad guy, il carattere del peggior criminale seriale e, ciliegina sulla torta, è pure disabile1! Tutto ciò che la classe media bianca vorrebbe nascondere sotto al tappeto, in un unico personaggio! Mi inchino di fronte al coraggio di Schatzing nel presentare un abominio del genere!
Come se non bastasse, Animal Ma è anche pedofilo, perché la pedofilia è il gradino più basso dell'umana abiezione. Non esiste nulla di più condiviso dell'odio per i pedofili, persino gli assassini e gli spacciatori li odiano.
In altre parole, Animal Ma è l'uomo che chiunque sarebbe felice di vedere morto, qui messo soltanto per far risaltare la virtù di Jericho. Ma andiamo con ordine.

In una Cina martoriata dalla pedopornografia, Owen Jericho è sulle tracce del gestore del più grande sito pedopornografico del sud del paese.
Il gestore in questione riesce da anni a farla franca, nonostante se ne vada a vantare nelle chat facendosi scudo di un semplice nickname falso.
Sfruttando le sue illimitate e superbe conoscenze di informatica Jericho riesce in maniera molto fuffosa a restringere i sospetti a quattro persone, tra cui Ma Lìpìng...
Come? Sarebbe bastato rintracciare l'IP per avere un'identificazione univoca? Accidenti, qualcuno lo dica a Frank...
Comunque, Jericho continua a indagare e scopre che il gestore del sito è Ma Lìpìng, dato che possiede una palazzina di sei piani nonostante le uniche entrate dichiarate siano pochi spicci al mese, e va a dirlo alla polizia, che gli risponde una cosa del tipo "Io stupido cinese ching chong, io ignolale plove e allestale pelsone a caso".

La polizia cinese infatti ignora l'uomo verso cui convergono tutti gli indizi e va a fare retate a caso arrestando gli altri tre, che ovviamente non c'entravano una beneamata fava. E qui va a farsi fottere qualunque teoria sul perché la polizia cinese paghi collaboratori privati se poi a) ne ignora le conclusioni; b)svolge la parte più impopolare del lavoro, ossia gli arresti e c) impiega un casino di uomini per fare retate a casaccio.

Ma noi andiamo avanti, perché le assurdità sono appena iniziate.
Jericho infatti si presenta nel negozietto (ovviamente di facciata) di Animal Ma e con una scusa risibile gli infetta con un trojan il pc che gestisce la sorveglianza.
Minuto di silenzio per i neuroni suicidatisi nel plot hole generato dall'uomo più illegalmente ricco della Cina che non ha nemmeno un antimalware decente.
Infettato il pc, Jericho scopre che esiste una porticina segreta nel cesso del negozio e ci si avventura, venendo steso da Animal Ma con un calcio.
Minuto di silenzio per i neuroni suicidatisi nel plot hole generato da un calcio da lottatore professionista sferratogli nello sterno da un uomo la cui patologia articolare a carico dell'anca gli impedisce persino di camminare dritto.
Ripresosi, Jericho affronta la moglie di Animal Ma e la sconfigge, e infine arriva alla resa dei conti con il pedofilo in persona.
Minuto di silenzio per i neuroni suicidatisi nel plot hole generato dal pedofilo più ricco della Cina che non ha nemmeno una guardia nel luogo dove gira i film e tiene prigionieri decine di bimbi, e nemmeno una pistola.
Alla fine Jericho ha prevedibilmente la meglio, ma Animal Ma non ci sta a farsi mettere nel sacco e, da bravo essere viscido e infimo qual è, inizia a sciorinare una sfilza di scuse per non farsi piantare una meritatissima pallottola in fronte, tra cui cito "sono malato" e "tu mi invidi perché vorresti essere un pedofilo". Owen, da bravo Gary Stue, vorrebbe essere superiore e ignorare Animal Ma, ma Schatzing vuole un personaggio umano e calamita per empatia, quindi lo fa reagire in maniera umana: messo di fronte all'essere più ignobile, depravato e disprezzabile del mondo, che chiunque prenderebbe a sprangate nei gomiti senza rimorsi, e che ha provato prima ad ucciderlo, poi a convertirlo alla pedofilia, Owen gli mostra tutto il suo disprezzo sparandogli in un ginocchio! BANG!
Riuscite a vedere Schatzing che suda per la fatica di far compiere al suo personaggio un'azione moralmente ambigua ma comunque condivisibile, che nessuno dei falsi buonisti a cui è rivolta potrebbe mai condannare? Ripeto che Animal Ma è un violento, un sadico, un pedofilo, uno stupratore e un essere abietto che si arricchisce da queste attività disgustose, fa addirittura dei video porno con dei neonati se avete ancora dei dubbi sul suo essere immondizia pura. E Jericho si limita solo a sparargli in un ginocchio, perché lui è un figo e un concentrato di virtù!
E ovviamente non avrà nemmeno un buffetto sulle mani per questo abuso di potere.
Se volete l'ennesimo paragone da brutta persona quale sono, Harry Hole (poliziotto buono protagonista) nel finale di Scarafaggi uccide un uomo, responsabile di quattro omicidi e che ha tentato più volte di uccidere Harry stesso, sfondandogli la bocca con un martello pneumatico, perché lo ritiene (a torto) responsabile dello stupro della sorella. E l'uomo in questione non è nemmeno un centesimo del grottesco e caricaturale concentrato di abiezione che è Animal Ma.
Per visualizzare la frase selezionatela col muose, ma prima vi consiglio di recuperare Scarafaggi e leggerlo perché, a differenza di Limit, è un bel libro e non vorrei spoilerarvene il finale.
Potrei fermarmi qui e lo farei se avessi finito il libro, ma dato che non l'ho fatto vi cito tutte le brutture che ho trovato, sennò poi si pensa che sono ingiusta a giudicarlo male.
Jericho torna a casa e parte il pippone perché lui, poveretto, è stanco di vedere tutte le brutture del mondo. Potrebbe anche starci, ma il problema è che la questione viene affrontata in una maniera orribilmente Jericho-centrica, come se tali brutture esistessero al solo scopo di contrariare lui:

«Infatti non ne posso più della violenza», disse Jericho con voce stanca. «Non voglio più vedere persone uccise, mutilate e violentate, non voglio più dover sparare a nessuno e non voglio nemmeno che qualcuno spari a me
E nemmeno una parola per i poveri bimbi denutriti e abusati che ha visto tipo mezzora prima.
Aaah, i problemi del primo mondo! <3
E quando proprio credi che più in basso non si possa scendere, quando credi che oramai si possa solo migliorare, ecco che Jericho accende la TV e parte un osceno TG-spiegone che, guarda caso, sta ripercorrendo gli ultimi 20 anni di storia! Ed è così che veniamo a conoscenza dell'esaurimento dei combustibili fossili e della guerra per l'appropriamento del suolo lunare! Una meraviglioso esempio di palesissimo infodump ex machina! E c'è gente che ritiene buono questo libro, che gli ha dato 5 stelle su amazon e che lo espone orgoglioso nella propria libreria! Io l'ho preso a una svendita fallimentare con uno sconto oltraggioso e mi ritengo truffata.

Adesso la citazione che descrive meglio il romanzo, poi i voti e finalmente posso archiviare questo cesso di libro.
Tolti gli argomenti tecnici, il tema era sempre lo stesso: quanto lui fosse in gamba e tutti gli altri fossero delle mezze seghe.







Ne avrei messi cinque per tutti i plot hole, gli infodump molesti e gli spiegoni, ma non so come prosegue il resto. Tre e mezzo è comunque un ottimo risultato per essere solo le prime 140 pagine!








 Consigliato? Ma manco per il cazzo! Piuttosto mi friggo il nervo ottico.



















1Vedi "Bad Expendables", subito dopo il punto 10.











2 commenti:

  1. Anche io ho interrotto questo libro per gli stessi tuoi motivi: un malloppo indigeribile. Leggere la tua stroncatura è stato liberatorio ed infinitamente più divertente del libro. Però forse proverò a terminarlo, odio lasciare i libri a metà. Ciao!

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    1. Una volta sono caduta per le scale e mi sono aperta un ginocchio, anche quello è stato più divertente di questo libro...
      Grazie per i complimenti e buona fortuna, ne avrai bisogno!

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