martedì 20 novembre 2012

Fallen

Fallen è il participio passato del verbo to fall, in italiano: cadere, cascare.
Esempio: My balls have fallen while reading this book. Mi sono cascate le palle leggendo questo libro.


Premesse: l'autrice Lauren Kate è laureata in scrittura creativa, quindi non stiamo parlando di cinquantenni che scrivono fyccine, ragazzine che starnutiscono fentesy o astrofisiche riconvertite a scrittrici, stiamo parlando di una professionista. E da una professionista è legittimo aspettarsi un lavoro di una certa qualità anche se si parla di un prodotto YA.
Normalmente considererei un erroraccio immondo lo sbrodolarsi continuo di un personaggio sul belloccio appena incontrato, ma qui lo darò buono dal momento che Luce e Daniel sono stati amanti per millemila anni di reincarnazioni (salvo eccezioni di cui sotto).


La Trama:
Luce è una diciassettenne che fin da piccola è perseguitata da strane ombre. In seguito ad un misterioso incendio in cui il suo ragazzo perde la vita, Luce viene trasferita alla Sword & Cross, un istituto correzionale. Lì incontrerà Daniel, bellissimo ma stronzo, e Cam, bellissimo ma gentile. Luce naturalmente sceglierà Daniel e diventerà la sua stalker personale. Scoprirà inoltre di essere vittima di una maledizione che la costringe a morire e reincarnarsi ogni 17 anni senza potersi ricongiungere al suo eterno amore che, guarda caso, è proprio Daniel.


La Trama, seriamente:
In seguito ad un incendio sospetto, del quale non esistono prove neanche indiziarie che la indichino come colpevole, Luce viene mandata nell' istituto correzionale Sword & Cross. Trevor, il fidanzatino morto nell'incendio non più di quattro mesi prima, sarà presto dimenticato... prima ancora dell'inizio del libro, ad essere onesti. Nel nuovo istituto Luce si troverà al vertice di uno scontatissimo triangolo amoroso, indecisa tra Daniel e Cam: il primo figo ma che la detesta chissapperché e il secondo figo e che le sbava dietro come un mastino con disturbi del sistema parasimpatico. I suoi turbamenti ormonali e sbrodolamenti su "quanto è bello Daniel ma una botta a Cam la darei lo stesso" costituiranno gli eventi principali dei primi tre quarti del libro, fino a quando l'autrice non decide che i lettori hanno sofferto a sufficienza e fa spifferare tutta la storia di reincarnazioni, angeli e amori a Daniel, senza che Luce muova un dito per arrivare alla verità. Si arriva all'immancabile battaglia finale tra Daniel e Cam in cui sembra essere in gioco il destino stesso della terra, anche se dettagli triviali tipo come si arrivi alla suddetta battaglia, in che modo sia in ballo il destino della terra o il ruolo di Cam nell'intera vicenda non sono ben chiari. In tutto questo, l'autrice fa scappare Luce e Penn con Miss Sophia, per scappottarsi la descrizione della battaglia e regalarci il colpo di scena finale: Miss Sophia è kattiva, uccide Penn e tenta di fare altrettanto con Luce, ma Daniel arriva e la ferma, pur permettendole di scappare. Conclusioni: Daniel è un ritardato. E pure Luce.


In generale:
"Lauree, soprallauree, nun ve sò servite a niè!" diceva Matteo Montesi, e in questo caso avrebbe ragione: un libro del genere sarebbe un buon punto di arrivo per la Troisi, ma per una professionista non va affatto bene. Ho trovato degli errori che non dovrebbero esserci: POV sballati, scene raccontate e non mostrate e ogni tanto faceva addirittura capolino il caro infodump. A onor di cronaca, specifico che i POV sballati saranno giusto un paio, ma accuratamente posizionati nelle scene d'azione, e questo è un erroraccio che non posso ignorare.
Le scene d'azione sono una delle grosse pecche di questo libro: a parte i POV sballati, sono raccontate e non mostrate, il che è inaccettabile da parte di una professionista.
La narrazione è gestita male: abbiamo più di 300 pagine in cui non succede nulla e una cinquantina in cui succede tutto ma l'autrice ce lo lascia soltanto intravedere. Il finale lascia il lettore pieno di dubbi, domande e voglia di gettare il libro nel caminetto.
I personaggi sono sciatti e poco caratterizzati, o stereotipati alla grande. La protagonista poi non suscita nulla: neanche la voglia di prenderla a sberle.
Le situazioni sembrano una copia di scene prese a caso da un qualunque Teen-Movie anni '90: la punk bulla, i fighetti con le camicette bianche col colletto alzato, la secchiona bruttina con gli occhiali, le feste nei dormitori, macchinoni fighi che vanno a prendere le ragazze per portarle fuori dal carcere minorile in cui è ambientata la storia... l'autrice ha provato a conciliare gli stereotipi da Teen-Movie con una locazione diversa, ma il risultato è pessimo: l'ambientazione è povera, sciatta e non caratterizzata. Leggendo Fallen non mi sono immaginata il carcere opprimente e restrittivo che l'autrice voleva presentare: ci ho provato, ma le uniche immagini che mi sovvenivano erano quelle dei dormitori dei college americani.
Il finale non ha nessuno senso, ma la cosa davvero grave è che il libro È PIENO DI ERRORI DI CONTINUITY e di altre situazioni insensate: le solite cose per la cui correzione viene normalmente pagato un editor. E visto che i costi di editing si ripercuotono sui prezzi di copertina, trovare erroracci dovuti alla sonnolenza dell'editor non è solo fastidioso e offensivo: è una truffa.


Il tipico editor dei romanzi fantasy/YA.


Due parole sui personaggi:
In una parola? Imbarazzanti. L' unica a poter, seppur lontanamente, anelare alla quasi-decenza è Arriane, per il resto si parla di una massa di deficienti senza spessore.
Luce: la protagonista più anonima della storia della letteratura. Passa l'intero libro a sbrodolarsi pensando a quanto sia bbono Daniel, senza muovere un dito. Subisce gli eventi passivamente senza sforzarsi di fare nulla. È condannata a morire e reincarnarsi ogni 17 anni, dopo aver reincontrato Daniel. Come muoia e perché sia stata maledetta restano dei misteri. Molti la vogliono morta per una non meglio specificata ragione, mentre altri la vogliono viva per qualche ragione altrettanto oscura.
Daniel: è un angelo immortale, che ogni 17 anni reincontra Luce, causandone la morte. Lui ne è conscio e la cosa lo fa soffrire infinitamente.
...
...
...
PERCHÉ NON LA EVITI, CAZZONE?
Per buona parte del libro il suo umore sarà altalenante tra il piccioncino love-love e il trucido antipatico, senza soluzioni  di continuità. Nella testa dell'autrice ciò accade perché non riesce ad abbandonare Luce, in quella dei lettori perché Daniel è un uomo col ciclo che dopo milioni di anni ancora non ha capito che se ama davvero Luce deve togliersi dalle palle e lasciarla vivere.
Cam: un personaggio completamente insensato. È un angelo caduto, ma non si sa cosa voglia dire "angelo caduto".
Ci prova con Luce, e non si sa perché.
Sfida Daniel nella battaglia finale, e non si sa perché.
Stringe una tregua con Daniel, e non si sa il perché.
Vuole salvare Luce, e non si sa perché.
È già stato alla Sword & Cross e si fa comunque beccare come un deficiente con misteriosi oggetti proibiti in tasca alla sua perquisizione di benvenuto, e non si sa perché.
Ah, no, si sa: perché Cam è un deficiente.
Arriane: il personaggio meglio riuscito del libro, peccato che dopo pochi capitoli l'autrice la abbandoni all'oblio. È un angelo con le cervella scoppiate.
Penn: la classica secchiona tarchiata e con gli occhiali. È quella che svolge le ricerche su Daniel mentre Luce si sbrodola: di fatto è protagonista di circa metà libro, dal momento che Luce come personaggio non esiste. Le piace uno sfigato.
Gabbe: lo stereotipo della ragazza bionda e carina alla MTV. Ha un accento strascicato, e questo unico dettaglio la caratterizza meglio di quasi tutti gli altri personaggi messi assieme. È un angelo.
Roland: un personaggio la cui unica utilità consiste nell'importare sottobanco alcol, sigarette ed altri oggetti proibiti, anche se come ci riesca resta un mistero. In pratica è il Deus Ex Machina che permette a Lauren Kate di far entrare qualunque oggetto da Teen-Movie nella Sword & Cross. È tutto pappa e ciccia con Daniel, se non che alla fine ci viene detto che sta dalla parte di Cam. La cosa non avrà nessuna ripercussione oltre le due righe in cui ci viene spifferato.
Molly: la punk bulla che prende di mira Luce. I suoi efferatissimi atti di bullismo consistono nel rovesciarle un polpettone in testa una volta e provare a fregarle un bigliettino una volta. Anche lei è un angelo caduto, dalla parte di Cam, e la cosa ci viene spifferata da Arriane e Gabbe senza che abbia una qualunque ripercussione sugli avvenimenti futuri.
Miss Sophia: la bibliotecaria e insegnante di religione della Sword & Cross, dove tiene utilissime lezioni Infodump Ex Machina sugli angeli caduti. Riesce senza problemi a rigirarsi Daniel e la sua allegra cricca di rincoglioniti, facendo loro credere di stare dalla loro parte. In realtà è una dei 24 Anziani Zhsmaelim, una misteriosa setta di cui non ci viene detto un cazzo.
Randy: la guida/custode della Sword & Cross. È l'unica impiegata dell'istituto a comparire, oltre ai professori e al preside.
Todd: lo sfigato con le lentiggini che piace alla secchiona. È inutile e muore come un cretino.


WTF am I reading??
Molti libri hanno qualcosa di caratteristico, una peculiarità che da sola permette di identificarli.
Ad esempio, se io dico "muoiono tutti" molti di voi penseranno alle Cronache di Geroge Martin. Se dico "mezzelfa frignona" il pensiero andrà a Nihal e alla Troisi. Se dico "filastrocche in elfico" vi verrà in mente Tolkien. Alla fine di questa recensione, se io dirò "WTF?????" voi penserete a Fallen: Lauren Kate è una delle poche persone sulla terra capaci di dire qualcosa e sbugiardarsi da sola nel giro di poche righe. Le scene sono confuse, imprecise e ci sono addirittura parecchi errori nella continuity.
Ma andiamo con ordine.
Il prologo, sinceramente parlando, è abbastanza buono. Purtroppo il primo capitolo già è su un altro livello:
Luce irruppe nell'atrio illuminato al neon della Sword & Cross School dieci minuti più tardi del dovuto. Un custode dall'ampio torace, guance rosse e un blocco per appunti stretto sotto un bicipite di ferro stava impartendo ordini, quindi Luce era già rimasta indietro.

«Allora ricordate: pillole, letti e spie» abbaiò il custode a tre studenti di cui Luce non riusciva a vedere il viso, perché le davano le spalle. «Ricordatevi le regole di base, e nessuno si farà male.»

Luce si infilò rapida nel gruppetto. Stava ancora cercando di capire se aveva compilato nel modo giusto la gigantesca pila di documenti, se quella guida dalla testa rasata era un uomo o una donna, se qualcuno poteva aiutarla a portare l'enorme sacca da viaggio, se i suoi genitori, dopo averla mollata lì, si sarebbero disfatti della sua amata Plymouth Fury non appena tornati a casa. Avevano minacciato di vendere la macchina per tutta l'estate, e ora avevano un motivo che nemmeno Luce poteva contestare: nella nuova scuola nessuno poteva tenere un'auto. Nel nuovo istituto correzionale, per l'esattezza.

Doveva ancora abituarsi a quella formula.

«Potrebbe, ehm, potrebbe ripetere?» domandò al custode. «Cos'era, pillole...?»
«Guarda un po' cosa ci porta il vento» ribatté la guida a voce alta. Poi proseguì, scandendo piano: «Pillole. Se sei uno studente in terapia, qui è dove venire a prendere quello che ti serve per drogarti, restare sano di mente, respirare o quant'altro.»

Donna, si disse Luce, studiandola. Nessun uomo sarebbe stato tanto malizioso da usare un tono così dolciastro.

... Stiamo scherzando, vero?
In pratica Luce irrompe nell'atrio della Sword & Cross dove un custode o forse una guida sta spiegando le regole a tre ragazzi, e lei si accorge di essere in ritardo solo perché il custode ha quasi finito le spiegazioni, nonostante sappia benissimo di essere in ritardo di ben dieci minuti. In tutto questo nessuno la nota, nonostante lei sia entrata nell'atrio all' improvviso/con violenza e si sia infilata in un gruppo di tre ragazzi che si trova sotto gli occhi della custode. Che sia stata notata e ignorata mi sembra ancora più assurdo, dato che si trova in un istituto correzionale, così come mi sembra assurdo che nessuno le dica niente.
È solo l'inizio del primo capitolo e le cose già si fanno confuse. Bene.
Andando avanti Luce fa conoscenza con i tre ragazzi di cui sopra, che manco a farlo apposta rispecchiano i peggiori stereotipi dei Teen-Movies: abbiamo Gabbe, bionda e carina con unghie rosa pastello, Todd l'anonimo sfigato con le lentiggini e Cam, il classico tipo che ti aspetteresti di trovare in un istituto correzionale:
Il ragazzo alla sua sinistra, invece, combaciava fin troppo bene con l'idea che Luce si era fatta di quel posto. Era alto e magro, con una borsa da DJ appesa alla spalla, capelli neri arruffati e occhi verdi, grandi e profondi. Aveva le labbra piene, di un rosa per cui molte ragazze avrebbero dato qualsiasi cosa. Dal bordo della maglietta nera, sulla nuca, spuntava il tatuaggio di un sole che sulla pelle chiara pareva quasi risplendere.

A differenza degli altri due, quando si voltò a guardarla, il ragazzo non distolse gli occhi. Il sorriso era forzato, ma lo sguardo era caldo e vivace. La fissò, immobile come una statua, e anche Luce si sentì inchiodata al suolo. Trattenne il respiro. Quegli occhi erano intensi, seducenti e be', disarmanti.
......... Non voglio pensare che l'autrice abbia scritto una cazzata simile credendola buona, quindi mi autoconvincerò che Luce sia demente.


Il classico tipo che io mi aspetterei di trovare in un istituto correzionale.
Notate lo sguardo intenso, seducente e be', disarmante.

La guida (o forse la custode) intima ai ragazzi di depositare gli oggetti proibiti prima da proseguire: Gabbe ha un coltellino rigorosamente rosa, Cam delle bombolette spray e un taglierino (senza che mai, nel resto del libro, dia l'idea di essere un writer, un emo o un rapinatore) e Todd una caterva di fiammiferi e una bomboletta di gas, da bravo asociale psicotico e piromane. La mia domanda ora è: ma dove cazzo credevano di stare andando questi tre? Nessuno sano di mente penserebbe di poter portare roba del genere in un istituto correzionale!
Luce riportò di scatto l'attenzione sulla scatola, ora piena fino all'orlo di oggetti che non riusciva nemmeno a riconoscere.
Ossia? Ve lo dico io: coltelli, bombolette, fiammiferi e cellulari, che prima ha riconosciuto benissimo. Dovevano averne un sacco per riuscire solo in tre a riempire la scatola fino all'orlo.
Ma piuttosto: sto solo al primo capitolo e Luce già mi sembra abbastanza demente da poter sospettare una parentela con Anastasia Steele.
La custode consultò una tabella, sfogliando la pratica di Luce. «Stanza 63. Metti la borsa nel mio ufficio insieme a quelle degli altri, per ora. Potrai disfarla nel pomeriggio.»
Luce trascinò la sacca da viaggio rossa verso tre anonimi bauli neri, poi d'istinto cercò il telefono dove in genere si appuntava le cose da ricordare. Ma dopo aver frugato nella tasca vuota, sospirò e cercò di imparare a memoria il numero della stanza.
Ecco! Se ve ne servisse la conferma!
Sono due cifre, cazzo, due cifre! Non la password alfanumerica del supercomputer della NASA!

Tornando ai WTF: la custode-guida affida Luce ad Arriane, la stramboide della situazione, per il giro turistico dell'istituto. Arriane chiede alla demente a Luce come mai si trova alla Sword & Cross e lei, per tutta risposta, si perde in una pagina di infodump mentale ripercorrendo tutta la sua storia:
Aveva cominciato a raccontare a Trevor della strana presenza che sentiva, delle ombre informi che incombevano su di loro, minacciando di rovinare la loro serata perfetta. Ma ormai a quel punto era troppo tardi. Trevor era morto, il suo corpo ustionato a tal punto da non essere più riconoscibile, e Luce era... era... colpevole?
Nessuno sapeva delle sagome che vedeva a volte nelle tenebre. Venivano sempre da lei. Andavano e venivano da così tanto tempo che Luce non riusciva più a ricordarsi la prima volta in cui le aveva viste. Si ricordava però di quando aveva capito che le ombre non venivano per tutti, ma solo per lei.
Aveva sette anni, ed era andata in vacanza con i suoi a Hilton Head. Sua madre e suo padre l'avevano portata a fare una gita in barca. Era quasi il tramonto quando le ombre avevano cominciato a riversarsi sull'acqua; lei si era voltata verso suo padre e aveva detto: "Cosa fai quando arrivano, papà? Come fai a non aver paura dei mostri?"
Non c'era nessun mostro, le avevano assicurato i genitori, ma Luce aveva continuato a insistere che sentiva una presenza oscura e indefinita, guadagnandosi così diverse visite dall'oculista e un paio di occhiali, a cui si aggiunsero alcuni appuntamenti dall'otorinolaringoiatra quando commise l'errore di descrivere il roco sibilo che a volte producevano le ombre, e infine la psicoterapia, ancora psicoterapia e gli psicofarmaci.
A parte che si, è infodump, notate nulla di strano?
Luce afferma che nessuno sa delle evil presences, e contemporaneamente ci informa di averlo detto ai suoi genitori, a Trevor, all'oculista, all'otorino e ad almeno uno psicoterapeuta. Se per voi questi sono nessuno...


Alcatraz for Dummies
Abbiamo detto che Luce si trova in un istituto correzionale, in pratica una sorta di carcere minorile: c'è il filo spinato sui muri, le telecamere-spia, i ragazzi vengono perquisiti e sono obbligati a portare la divisa, non possono comunicare col mondo esterno se non con una sola chiamata a settimana, non possono tenere medicine e via così. Inoltre, circa un terzo dei ragazzi sono super-pericolosi, al punto di avere il braccialetto elettronico folgorante come misura di sicurezza extra.
Riuscirà Lauren Kate a far mantenere la coerenza all'istituto? Ovvio che no.
Riprendiamo da dove avevamo interrotto: la custode ha appena lasciato Luce con Arriane:
«Ta-da!» Arriane cercò nella borsa e tirò fuori il coltello svizzero rosa che Gabbe aveva buttato nella scatola degli Oggetti Proibiti. «Be'?» fece, guardando Luce. «Io metto sempre le mani sugli scarti dei nuovi studenti. È l'unica cosa che mi fa sopportare l'internamento... cioè... il campo estivo.»
«Tu hai passato tutta l'estate... qui?» disse Luce con un sussulto.
«Ah! Una vera novellina. Magari ti aspettavi anche qualche giorno di vacanza in primavera.» Tirò a Luce il coltello svizzero. «Non ce ne andiamo da questo inferno. Mai. Ora taglia.»
«E le spie?» domandò Luce guardandosi intorno con il coltello in mano. Probabilmente c'erano telecamere anche lì fuori.
Arriane scosse il capo. «Mi rifiuto di essere amica di una mammoletta. Ce la fai o no?»
Luce ce la fa, se ve lo state chiedendo. Le telecamere non vengono nemmeno considerate, se vi state chiedendo anche questo. E nessuno dirà nulla nè sgamerà le due ragazze, se vi è rimasto questo dubbio.
Più che altro notate come in un carcere minorile venga permesso ad alcuni ragazzi di avere armi. E notate la grazia con cui la Kate aggira il problema delle spie: Mi rifiuto di essere amica di una mammoletta. E le telecamere spariscono!
Sempre meglio di quello che succede più avanti:
Tirò fuori un boa di piume di struzzo rosa acceso dalla stessa borsa magica da cui aveva preso i popcorn. «Dammi una mano» disse a Luce, agitando il piede in aria.
Luce intrecciò le dita e le offrì un appoggio: Arriane coprì con il boa la telecamera di sorveglianza, e poi la spense.
 Oppure:
«E le spie?» domandò Luce, ricordandosi delle onnipresenti telecamere.
«Ho messo qualche batteria scarica qua e là sul percorso dalla mia stanza alla tua» rispose Penn, con la stessa naturalezza di chi dice "Ho appena fatto il pieno alla macchina".
....... Stiamo scherzando, vero? Un maledetto istituto correzionale dove chiunque può spegnere le fottute telecamere senza neanche ricevere uno schiaffetto sulle mani?
Proprio il giorno prima, Arriane l'aveva portata a fare un giro del campus per indicarle le "spie morte", le telecamere con le batterie scariche o "sostituite" con astuzia, che in effetti creavano zone cieche in tutta la scuola.
E ancora:
Cieca? Voleva dire che...? Luce azzardò un'occhiata alla telecamera. Cam non stava bluffando: il nastro adesivo era stato applicato con cura sull'obiettivo della telecamera. 
Oooh, perfetto: di male in peggio! Esistono spie sabotate o con le batterie scariche, di cui nessuno si accorge!
Lauren Kate, perché mi prendi in giro? Perché fai questo a me e agli altri tuoi lettori, perché?

E se vi sembrano assurde le telecamere con batterie e pratici pulsanti di spegnimento, eccovi la loro descrizione ufficiale:
«Spie» ripetè l'altra, indicando con un cenno un piccolo dispositivo appeso al soffitto: un obbiettivo con una lucina rossa intermittente. All'inizio Luce non l'aveva notato, ma non appena lo vide, si accorse che ce n'erano ovunque.
«Telecamere?»
«Molto brava» rispose la custode, con la voce piena di condiscendenza. «Ve le segnaliamo per avvertirvi. Vi tengono d'occhio sempre, dappertutto. Quindi non andare fuori di testa... se ci riesci.»
Da questo pezzo sembra proprio che le telecamere siano incassonate nel soffitto, con solo l'obbiettivo al di fuori, come sarebbe lecito aspettarsi. Nessun pulsante di spegnimento all'esterno.
Lauren, y u do this to me?


Un ultimo appuntino su Arriane prima di passare oltre:
«E ti consiglio di stare alla larga dai casi gravi.»
«Casi gravi?»
«Quelli con il braccialetto elettronico» rispose Arriane. «Più o meno un terzo degli studenti.»

(...)le maniche del pullover ricaddero mostrando per un attimo una fascia nera con file di borchie argentate, e sull'altro polso un braccialetto dall'aria più... meccanica. Arriane si accorse che Luce l'aveva visto e alzò le sopracciglia con aria diabolica.
«Te l'avevo detto» sibilò. «Pazzi maledetti.»
10 punti a chi ha capito che Arriane fa parte del terzo degli studenti col braccialetto. Quelli pericolosi, per intenderci.
E non solo le viene permesso di tenere armi, ma le affidano anche le novelline?? Ci manca solo Hannibal Lecter come capocuoco!!



Stasera... spezzatino!


Vabbè, la sicurezza interna della S&C non sarà un granché, ma almeno i ragazzi sono rinchiusi e non possono uscire a nuocere! ...
...
...
...
Seh, come no: Cam, sospeso per aver fatto a botte con Daniel, esce indisturbato dall'istituto, noleggia una macchina con autista e la manda a prendere Luce per portarla in un bar al di fuori della S&C. Luce esce senza problemi, seguita da Daniel che addirittura esce con l'auto rubata a Miss Sophia! E nessuno dei tre ragazzi ha neanche un buffetto sulle mani per questa piccola scampagnata! MA CHE CAZZO!!!
È assurdo che si possa uscire così facilmente da un maledetto carcere minorile! Michael Scofield si sta mangiando le mani e Jean-Claude Vandamme, memore di tutti gli anni passati evadendo da carceri in cui era stato ingiustamente rinchiuso, ha appena avuto un attacco epilettico leggendo queste righe! MA CHE CAZZO!!!


Adesso parliamo della divisa:
(...) sebbene tutti i ragazzi indossassero gli stessi jeans neri, lupetto nero e maglione nero sulle spalle o legato in vita, ognuno li indossava in modo diverso.

Un gruppetto di ragazze tatuate stavano in circolo a braccia conserte. Avevano braccialetti fino al gomito e bandane nere

Un ragazzo e una ragazza che si tenevano per mano avevano un teschio di paillettes con le ossa incrociate cucito sui maglioni neri.

Dietro gli innamorati, c'era un gruppo di ragazzi biondi, appoggiati contro il muro. Nonostante il caldo, indossavano tutti il pullover, con sotto candide camicie oxford con il colletto alzato.

[Daniel] Portava una sciarpa rosso acceso. Fuori non faceva affatto freddo, eppure indossava un giubbotto nero di pelle da motociclista sul pullover nero.
Sigh! Fortuna che c'era l'obbligo della divisa! Passino le teppiste e i teschi di paillettes, ma le candide camicie oxford col colletto alzato mi perseguiteranno nei sogni!
E poi, Daniel! Che cazzo, fa caldo e il deficiente gira con un giubbotto da motociclista sopra al pullover???

Un'altra chicca sull'abbigliamento, stavolta fornitaci dal "classico tipo che ti aspetteresti di trovare in un istituto correzionale":
Cam. Aveva una maglietta nera con lo scollo a V che fasciava le sue spalle larghe. Era alto almeno trenta centimetri più di Roland, che si scostò per farlo passare. Mentre si avvicinava a Luce, Cam non le tolse un secondo gli occhi di dosso. Si muoveva con sicurezza, tanto a suo agio negli abiti da correzionale quanto Luce era a disagio.
Certo. Peccato che fino al giorno prima la divisa prevedesse il lupetto. E che nell'altra descrizione Cam ci venisse presentato come alto e magro.


Un lupetto. Notate lo scollo a V


Ed eccovi un'altra perla sulla Sword & Cross:
Stava per rispondere quando la porta si aprì: le accolsero un fiotto di fumo di sigaretta, musica a tutto volume e le braccia spalancate di Cam.
(...)
Alle spalle di Cam, la piccola stanza scura era piena di gente. Roland era in un angolo, alla console, che guardava dei dischi sotto a una luce UV. La coppietta che Luce aveva visto un paio di giorni prima sul campo era appartata vicino alla finestra. I ragazzi con le camicie Oxford stavano in gruppo, e ogni tanto guardavano verso le ragazze. Arriane puntò subito alla scrivania di Cam, che era stata trasformata in bar. Meno di un istante dopo, stringeva tra le gambe una bottiglia di champagne, ridendo nel tentativo di aprirla.
Luce era sbalordita. A Dover il mondo esterno era molto più a portata di mano, eppure non aveva mai saputo come fare per prendersi una sbronza. Cam era tornato da poco alla Sword & Cross, ma sembrava già sapere come si faceva a rimediare tutto l'occorrente per mettere in piedi una serata dionisiaca a cui invitare l'intera scuola. E in qualche modo chiunque altro lì dentro pensava fosse normale.
No, no, no, no e ancora no! Come cazzo si può fumare una sigaretta se gli accendini e i fiammiferi sono proibiti?? Come cazzo si rimediano dischi, alcolici, una luce UV e una consolle in un fottuto carcere minorile?? Come puoi dare una cazzo di festa con tutta la fottuta scuola senza che nessuno se ne accorga? E soprattutto: COME CAZZO È POSSIBILE CHE L'INTERA FOTTUTA SCUOLA ENTRI IN UNA PICCOLA STANZA IN CUI A STENTO C'È LO SPAZIO PER IL LETTO E LA SCRIVANIA????

......................



L'ultima chicca sulla Sword & Cross ci viene da una studentessa: Pennyweather Van Syckle-Lockwood, per gli amici Penn.
Penn è una ragazza grossa e tarchiata con gli occhiali e ha un sistema immunitario di merda, al punto da dover indossare (non sto scherzando) quattro pullover uno sull'altro. Naturalmente è una secchiona.
Penn non è pazza e non è una criminale, allora perché si trova alla Sword & Cross?
Cristo, mi sento male a dirlo: Penn è la figlia del vecchio giardiniere, dopo la morte di quest'ultimo è stata affidata al preside della Sword & Cross e, pur avendo l'opportunità di studiare altrove, ha preferito restare lì. Are you fuckin kiddin me?
In pratica è come se la figlia del direttore di Guantanamo decidesse di vivere in una cella del suddetto carcere.
Ma c'è dell'altro su Penn: essendo lei una studentessa speciale, ha dei privilegi speciali. In pratica può leggere i fascicoli di tutti gli studenti: un grandissimo calcio in culo alla privacy personale. Persino la polizia ha bisogno di un mandato per accedervi, ma Penn no.
Inoltre, vi ho detto che il sistema immunitario di Penn è fatto con lo sputo e il cartongesso. Secondo voi, la geniale guida-custode tuttofare della Sword & Cross, addetta anche allo smistamento ginnico dei ragazzi, dove manderà mai una ragazza del genere?


10 punti a chi ha detto "piscina"!


Ebbene si, avete capito bene. Una ragazza con problemi immunitari mandata in piscina in balia di micosi, criptosporidiosi, giardia, stafilococchi e tanti altri simpatici microorganismi! Evviva!


Lauren, y u do dis to me?
Vi ho già detto che Lauren Kate è una professionista, ecco perché erroracci del genere non posso tollerarli:
Sentì una mano afferrarle il polso sinistro e si voltò di scatto, sicura che fosse Penn. E invece era Todd. Aveva gli occhi sbarrati e stava tossendo.
«Dobbiamo uscire di qui» le disse, ansimando. «Deve esserci un'uscita sul retro.» «Dove sono Penn e Miss Sophia?» domandò Luce. Cominciava a sentirsi debole e le girava la testa. Si strofinò gli occhi. «Erano laggiù.» Indicò la corsia che portava all'entrata, dove il fumo era ormai diventato molto più denso.
Todd parve dubbioso per un attimo, poi annuì. «Okay.» La prese per il polso e tutti e due si chinarono e scattarono verso le porte principali. Svoltarono quando videro una corsia invasa dal fumo, poi si ritrovarono di fronte a un muro di libri, senza la minima idea di dove andare. Si fermarono, cercando di riprendere fiato. Il fumo che solo un attimo prima si librava sopra le loro teste ora premeva alle loro spalle.
Perfino procedendo carponi si soffocava lo stesso. E ormai non si vedeva a più di un metro. Senza lasciare la mano di Todd, Luce girò su se stessa, incerta sulla direzione da prendere. Da dove erano arrivati? Tese il braccio e sentì il calore che si sprigionava da un ripiano di metallo di uno degli scaffali. Non riusciva nemmeno a distinguere le lettere sui dorsi. Erano nella sezione D oppure O?
Non c'era niente che potesse guidarli verso Penn e Miss Sophia, e niente che potesse condurli all'uscita. D'improvviso sentì una fitta di panico, e respirare divenne ancora più difficile.
«Devono essere già uscite!» esclamò Todd, non del tutto convinto. «Dobbiamo tornare indietro!»
Luce si morse il labbro. Se fosse successo qualcosa a Penn...
Todd le era proprio davanti, eppure lei lo vedeva a malapena. Aveva ragione, ma da che parte era "indietro"? Luce annuì, e sentì Todd stringerle più forte la mano. Per un po' di tempo continuò a camminare senza sapere dove stessero andando; ma poco a poco, man mano che procedevano, il fumo salì, e alla fine Luce vide il bagliore rosso dell'uscita di emergenza. Tirò un sospiro di sollievo, mentre Todd cercava a tentoni la maniglia e finalmente apriva il battente.
Notato nulla di strano nelle parti sottolineate?
Esatto, è tutto raccontato.
Lauren, tesoro, una professionista non può raccontare una scena d'azione, deve mostrarla! Sennò siamo a livello della Troisi!
E no, non mi sto appizzando su una cosa inutile: raccontare una scena d'azione significa allontanare il lettore dalla narrazione, mentre mostrarla significa coinvolgerlo, e una professionista non può fare cazzate del genere!

Inoltre, durante tutto il libro l'autrice evita attentamente qualunque argomento anche minimamente interessante: le ricerche su Daniel non ci vengono illustrate perché le fa Penn e non Luce, la lezione di teologia viene spezzata dagli inutili pensieri di Luce su un panino con la mortadella, la battaglia finale non ci viene descritta e così via.

Ecco un'altro pezzo che mi ha fatto vomitare sangue:
Contemplò i suoi capelli color oro intenso e l'abbronzatura; gli zigomi alti, gli occhiali neri, le labbra morbide. In tutti i film che Luce aveva visto, in tutti i libri che aveva letto l'oggetto dell'amore era di una bellezza sconvolgente... tranne che per un piccolo difetto. Il dente spezzato, i capelli ribelli, una voglia sulla guancia sinistra. Lei sapeva il perché: se l'eroe è troppo perfetto, rischia di essere inavvicinabile. Avvicinabile o meno, Luce aveva sempre avuto un debole per il sublime. E il ragazzo davanti a lei lo era al cento per cento.
.... Sigh!
A parte l'abominio intrinseco nel parlare di "oggetto dell'amore" riferendosi ad un tipo appena visto, a parte l'equazione perfetto=originale che da sola è bastata a procurarmi un'ulcera gastrica, notate la frase sottolineata: è la classica cosa che ti spiegano nei corsi di scrittura.
È un'oscenità: non è Luce a parlare, è l'autrice che fa capolino e dice "Hey! Avete visto come ho saputo utilizzare bene quello che ho imparato al corso?"
Non ci siamo, Lauren. Leggere una vaccata del genere è già di per se una disgrazia, ma sentirsela dire da una professionista è una vera e propria pugnalata nelle viscere.
LAUREN, MI HAI FATTO MALE!


Bellissimo, immortale e senza un difetto: visto com'è originale?



Il finale retard
Quando ero circa a metà della lettura, mi stavo convincendo che Fallen non fosse brutto come credevo. Forse era solo perché ero reduce della lettura del peggior libro mai scritto, ma Fallen non mi sembrava maligno.
Poi sono arrivata al finale.
Il finale è terribile e insensato e lascia un sacco di domande aperte. Il che non sarebbe propriamente un errore, il problema è che non ne chiude nessuna. Ma andiamo con ordine.
Daniel ha appena raccontato a Luce la versione inutilmente lunga della quarta di copertina, lei dice che ci deve pensare e va in camera. Lì trova un libro scritto da un antenato di Daniel che in realtà è Daniel stesso (vi ricordo che il coglione è immortale), procuratole da Penn. Torna allora a cercare Daniel e per la strada incontra Miss Sophia, alla quale decide saggiamente di spifferare tutto. Le due vanno a cercare Daniel, raccattando anche Penn strada facendo e infine trovano il bellimbusto al mausoleo del cimitero, circondato da uno sciame di locuste la cui provenienza e utilità non ci viene mai spiegata.
Daniel è di fretta e ha giusto il tempo di dare un ulteriore calcio negli stinchi al lettore: avete presente le ombre viste da Luce, quelle che l'autrice ci ha propinato con una tenacia tale da convincerci che rivestano un ruolo importante? Sono inutili.
«Le ombre che vedi si chiamano Annunziatori. Sembrano cattive, ma non possono farti del male. Non fanno altro che osservare e riferire a qualcun altro. Pettegolezzi. La versione demoniaca di una cricca di liceali.»
A questo punto, resistendo al giustificatissimo impulso di gettare il libro fuori dalla finestra, proseguiamo la lettura.
Arriva Cam che scambia con Daniel un paio di frasette pre-scontro nella miglior tradizione dei picchiaduro, e finalmente è il momento dell'epico scontro decisivo che sta bene in qualunque fantasy... scontro al quale non assistiamo, perché l'autrice non è in grado di descriverlo Luce fugge con Penn e Miss Sophia, che le porta nella stanza segreta in cima alle scale di pietra che non può mai mancare, ma prima di farlo uccide Penn. Luce resta del tutto imbambolata davanti alla cosa.
Nella stanza di pietra con un altare di marmo che urla STANZA DEI SACRIFICI da qualunque intercapedine Miss Sophia potrebbe uccidere Luce in un picosecondo, ma preferisce legarla prima all'altare, partendo molto intelligentemente dalle caviglie. Luce potrebbe tirarle un calcio in bocca oppure alzarsi di scatto, afferrarla per i capelli e rifarle i connotati contro lo spigolo dell'altare, ma è troppo stupida per pensarci. Si perde invece in mille sbrodolamenti su Daniel e il rosone di vetro sul soffitto, anticipandoci in maniera ultraidiota gli avvenimenti futuri.
Miss Sophia sta per uccidere Luce, ma prima perde un paio di minuti decisivi per spiegarle perché non è morta baciando Daniel come nelle vite precedenti. A questo punto l'arzilla bibliotecaria, con l'incoraggiamento dei lettori, sta per accoltellare Luce, ma all'ultimo secondo Daniel sfonda il rosone (oooooh! Davvero? Fingiamoci sorpresi...) e la salva, in quella che è la scena peggio descritta del libro. L'allegra cricca di deficienti a manovella si perde in inutili sottolineamenti dell'ovvio (ma allora siete angeli? Bensvegliata, Luce!) lasciando che Miss Sophia scappi indisturbata.
A questo punto Luce fa la prima cosa intelligente della sua vita e chiede spiegazioni, ma riceve solo un pat-pat sulla testa e nessuna giustificazione plausibile per cui debba aspettare, se non che l'autrice deve vendere altri tre libri.
Resistiamo di nuovo all'impulso di gettare il libro fuori dalla finestra e leggiamo l'ultimo capitolo, composto unicamente dagli sbrodolamenti romantici di Luce e Daniel, alla fine del quale Luce viene fatta fuggire dalla S&C. A questo punto l'impulso è fortissimo, ma resistete: se colpite qualcuno passerete un guaio.
...
...
...
Tutti i difetti stilistici e intellettivi dell'autrice esplodono con violenta ferocia in questo finale che meriterebbe la palma del WTF???. Quelli intelletivi si capiscono già, ecco quelli stilistici:
«Penn!» gridò Luce, cercando di afferrarla prima che cadesse a terra. La distese dolcemente e la girò. Quasi rimpianse di averlo fatto: la spalla di Penn era stata trafitta da un oggetto scuro e dentellato. Era penetrato nel muscolo, lasciando dietro di sé un buco carbonizzato che odorava di carne bruciata.
«È grave?» sussurrò Penn con voce roca. Batté le palpebre, in collera con se stessa per non essere in grado di controllarsi la ferita da sola.
«No» mentì Luce scuotendo la testa. «Solo un taglio.» Deglutì, cercando di trattenere la nausea mentre tirava su la manica sfilacciata di Penn. «Ti faccio male?»
Ecco un fantastico POV sballato! Nell'ordine: Luce, Penn, Luce!
Normalmente non mi formalizzerei tanto per un paio di POV sballati in tutto il libro, ma non si può mettere una vaccata del genere nelle ultime pagine, per due motivi:
PRIMO: Salvo eccezioni, sono quelle che resteranno meglio impresse e che spingeranno o meno un lettore all'acquisto dei volumi successivi. Quindi, devono essere impeccabili.
SECONDO: Le ultime pagine devono essere trascinanti, devono coinvolgere il lettore, se inserisci un POV alla CdC come questo spezzi l'incantesimo! Il lettore penserà "ma è Luce o Penn che sta pensando ciò?", e nel farlo tornerà al di fuori della narrazione!

E arriviamo alla scena del mancato sacrificio di Luce:
Anche se la tua morte non servisse a compiere qualcosa di tanto atteso, glorioso e immenso, godrei comunque a ucciderti.»
Miss Sophia levò il coltello e saggiò la lama con il dito.
A Luce girava la testa. C'erano state troppe rivelazioni quel giorno da metabolizzare, e in troppi le avevano raccontato cose diverse. Ora aveva il pugnale puntato sul suo cuore e la vista le si confuse. Sentiva la pressione della lama sul petto, sentiva Miss Sophia toccarle lo sterno in cerca dello spazio giusto tra le costole, e pensò che ci fosse qualcosa di vero nel suo folle discorso. Riporre così tanta speranza nel potere del vero amore - che lei per prima intuì, aveva colto di sfuggita - era davvero da ingenui? Dopotutto, il vero amore non avrebbe vinto la battaglia là fuori. Forse non l'avrebbe neppure salvata dalla morte che l'aspettava su quell'altare.
Eppure doveva riuscirci. Il suo cuore batteva ancora per Daniel, e finché questo non fosse cambiato, qualcosa di profondo dentro di lei avrebbe creduto in quell'amore, nel suo potere di trasformarla in una versione migliore di se stessa, di trasformare lei e Daniel in qualcosa di buono e glorioso...
Luce gridò di dolore quando il pugnale le pizzicò la pelle. Poi di sorpresa, quando la finestra di vetro colorato sulla sua testa s'infranse e tutto intorno a lei si riempì di luce e rumore.
Luce, sei una disgrazia. La tua migliore amica è appena stata uccisa, ti trovi legata su un altare con una bibliotecaria pazza che ti vuole uccidere e a cosa pensi? A Daniel! Al vero amore! A sbrodolarti come una rincoglionita davanti a un libro di Moccia! Sei proprio sicura di non essere parente di Anastasia Steele? Lì dove tu pensi a queste stronzate, un personaggio serio avrebbe pensato "PorcaEvaQuestaMiAmmazzaSulSerioAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!"
Il pugnale era penetrato più profondamente di quanto avesse pensato. Luce stava lasciando questo mondo. Come spiegare altrimenti le figure fulgide e opalescenti che si libravano su di lei, scendendo dal cielo, la cascata di scintille, quel chiarore celestiale? In quella luce argentea e calda era difficile distinguere qualcosa. Sembrava velluto morbidissimo che le sfiorava la pelle, una glassa di meringa su un dolce. Le corde che le legavano braccia e gambe si erano allentate, poi sciolte, e il suo corpo, o forse la sua anima, era libero di fluttuare verso il cielo.
E questo cosa sarebbe? Mai trovato fuffa peggiore! Vabbè che persino la solita Ana con l'aiuto dell'insegnante di sostegno avrebbe capito che Daniel avrebbe sfondato il rosone e salvato la sua bella, ma Lauren, ti sembra un buon motivo per liquidare a questa maniera vergognosa una scena decisiva come questa????


E infine: quel ritardato a propulsione di Daniel e la sua allegra gang di angeli affetti da tare mentali di varia importanza hanno fatto scappare una pericolosa assassina per fare dei fottuti discorsi irritanti, perché persino Anastasia ha capito che sono angeli, c'è davvero bisogno di ripeterlo??


Hocus Pocus: la maledizione
Passiamo alla spiegazione idiota sulla maledizione. Non ci viene detto un granchè, oltre a quello scritto nella quarta di copertina. Quello che sappiamo alla fine del libro è che Luce rinasce ogni 17 anni, incontra Daniel e appena iniziano ad innamorarsi lei muore. Si riincontrano sempre, senza eccezioni, quindi mi viene da pensare che a maledire Luce sia stato un pezzo grosso che può obbligare due persone a incrociare le loro strade anche se una di queste non vuole. Perché ciò avvenga c'è bisogno che Luce nasca sempre in un luogo e in una condizione sociale adatta a ciò che sta facendo Daniel in quel periodo (alternativa 1), quindi il maledicente deve essere un bel pezzo da 90 e avere la capacità di vedere il futuro per poter fare ciò. Alternativa 2: Luce nasce a casaccio, ma il maledicente ha il potere di piegare il libero arbitrio di Daniel per farli incontrare. Alternativa 3: il maledicente non fa nulla e il ciclo si ripete in automatico.
In tutte e tre le alternative è chiaro che il maledicente deve essere uno importante, non certo la vecchia Rom a cui Luce non ha fatto la carità in una vita precedente. Diciamo che googlando ho potuto ridurre la rosa dei sospettati a due sole persone: Dio e il Diavolo, i due esseri più potenti dell'universo, entrambi perfettamente in grado di attuare una maledizione del genere.
Resta una domanda: perché Luce, in questa vita, è riuscita ad evadere lo schema? Qui sarebbe stato meglio rimanere col dubbio, perché la spiegazione è ridicola: Luce è fuori dallo schema perché non è stata battezzata. Vediamo come ciò si concilia con le tre alternative di sopra:
  1. Scelta della famiglia: Il maledicente avrebbe potuto tranquillamente far nascere Luce in una famiglia cattolica e farla battezzare, dal momento che ha sempre scelto dove farla nascere. Perché non l'ha fatto? Lauren-1, coerenza-0.
  2. Libero arbitrio: Il maledicente avrebbe potuto piegare il libero arbitrio di Luce e farla battezzare da adulta. Lo fa da millenni con Daniel, perché non farlo anche con lei? Lauren-2, coerenza-0.
  3. Ciclo automatico: Luce e Daniel si sono sempre incontrati, andando contro ogni probabilità statistica, quindi c'è un'intelligenza ordinatrice nel ciclo. Quest'intelligenza ordinatrice ha anche fatto sì che Luce nascesse sempre in famiglie cristiane/ebree, o il ciclo si sarebbe interrotto prima. Luce è sempre stata battezzata: anche in tutti i millenni in cui i cristiani/ebrei erano una sparuta minoranza l'intelligenza l'ha fatta nascere nella famiglia giusta. Si può quindi supporre che il battesimo di Luce rientri nel ciclo. Perché stavolta non è successo? Lauren-3, coerenza-0.
In altre parole: una spiegazione che si tiene appiccicata con lo sputo.
Restano altri dubbi: sempre googlando ho scoperto che la maledizione di Luce risale alla cacciata di Lucifero. L'autrice quando colloca questo evento? L'umanità all'epoca già battezzava i figli o aveva ancora paura del fuoco?

Mi sono tenuta per l'ultimo l'appunto più deprimente e raccapricciante sulla maledizione: non funziona se Luce non è battezzata.
MA CHE CAZZ!!!!
Il potere divino dei due esseri più potenti dell'universo trattato alla stregua di un fottuto placebo, che funziona solo se ci credi!
AAAAAAAAAAGHHH!!



Due paroline sull'impaginazione:
Non occorre essere esperti in marketing, packaging o altro per capire che c'è qualcosa di strano in questo libro: parliamo di quasi 450 pagine scritte a caratteri enormi, con un'interlinea enorme, margini enormi, spaziatura doppia e stampate su fogli pesantissimi, con la copertina figa in cartone rigido e un romanzo da far girare lo stomaco all'interno, il tutto al modico prezzo di 17 euro. È una truffa.
Sarebbe bastato poco (impaginarlo decentemente e utilizzare carta più sottile) per poter abbassare il prezzo da 17 a 12-15 euro, con i sentiti ringraziamenti di alberi e lettori e senza perdita per l'editore, allora perché non farlo?
Posso immaginare la risposta: un libro che vale poco vende di più se presentato in pompa magna. Perché una cosa è pagare 12 euro un tascabile di 200 pagine e un'altra è pagarne 17 un libro di 500 pagine con copertina rigida.




Ci sarebbe tanto altro da dire su questo abominio ma mi fermerò qui: ne ho abbastanza di Fallen per i prossimi dieci anni.





Come già fatto per quell'aborto di 50 Shades Of Grey, descriviamo il libro con una citazione presa dal libro stesso:

«Sei un'emicrania fatta persona.»

Verissimo, ma almeno a differenza di quella di 50 Shades questa ha stile. Scusate se è poco.






2 JonJon: buona parte del Trash di questo libro si trova nell'utilizzo deleterio dei cliché.
Nulla di per se è maligno, neanche il cliché, ma qui viene utilizzato malissimo, senza nessun senso e a tutti i costi, anche quando fa a botte con tutto il resto. Le situazioni presentate funzionano (o almeno sembrano funzionare) solo perché il cliché risulta familiare, ma messe insieme non hanno senso.
L'altra parte del Trash si trova nella costanza con cui l'autrice fa a botte con coerenza, buonsenso e continuity.






Assolutamente sconsigliato: noioso per tre quarti e confuso per il quarto restante. Non prende mai ritmo e appena sembra di avvicinarsi a qualcosa di vagamente interessante l'autrice devia la narrazione. Appare ovvio che questo libro è solo un enorme preambolo per i seguenti, che vista l'impressione pessima avuta da questo non leggerò mai.








8 commenti:

  1. Un'analisi accurata, che mette in guardia dal pattume e fa anche morire dal ridere... non posso chiedere di meglio!! <3 sei il mio nuovo idolo.

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    1. Grazie :) fa sempre piacere sapere di essere utili a qualcosa!

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  2. Ma che aborto di libro, e non te lo aspetti di certo da una scrittrice "professionista".

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  3. Fui attirata dalla copertina del primo libro che mi spinse a comprarlo.
    Purtroppo, ne rimasi pentita qualche tempo dopo durante la lettura perchè mi ha annoiata e mi sembrava non "decollasse" mai.
    Mi ha delusa come nessun altro libro.
    Per arrivare a pensare che "Twilight "fosse meglio di 'stà roba ,vuol dire proprio che ci ero rimasta male!
    Soldi buttati e infatti, me ne sono disfatta portandolo in un negozio di libri usati.
    Hera

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    1. Fallen è effettivamente peggio di Twilight. Almeno Bella fa qualcosa durante la narrazione invece di delegare il ruolo di protagonista ad altri.

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  4. Perdona se usufrisco ancora di queto post ma lo fare.
    Giuro ,sarà la prima e ultima volta che lo faccio .
    Ho riconosciuto la faccia del "tipico editor di romanzi young adult" che hai messo ,è Herbert Ballerina dello Zoo di 105!
    L'ho visto solo ora perchè l'immagine non me la caricava mai.
    Hera

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    1. Figurati, i commenti non danno mai fastidio :) tranne che al filtro antispam che me lo segnalava come tale... vabbè, risolto!
      L'immagine la ho ricaricata di recente perché neanche a me la apriva più, ho messo il Ragazzo Idiota (il ruolo che Herbert Ballerina ricopriva in "Babbala e il Ragazzo Idiota", vedilo se non lo hai già fatto ;) ) per simboleggiare il livello intellettivo di un editor che lascia correre erroracci come la guida che diventa custode da un rigo all'altro o una maledizione credibile come una moneta da 3 euro e 10... volevo un volto che facesse intuire subito quello che penso di queste persone ;)

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