martedì 16 luglio 2013

Il Simbolo Perduto

Avete presenti i bambini che si infilano una maschera di carnevale e credono di essere diventati irriconoscibili?
Ecco, Dan Brown fa la stessa identica cosa: prende la stessa storia che scrive da 15 anni, la nasconde dietro un titolo diverso, cambia nome ai personaggi e crede che nessuno la riconosca.




Parliamoci chiaramente: Dan Brown non ha mai saputo scrivere. I suoi libri sono stracolmi di porcate stilistiche: infodump, sbalzi di PoV, descrizioni piatte, descrizioni fatte allo specchio, descrizioni fatte allo specchio nel primo capitolo, periodi goffi e prosa pigra.
Qualcuno di questi ultimi probabilmente ve lo sarete risparmiato grazie al lavoro del traduttore, ma io che ho letto Angels & Demons in lingua originale ricordo ancora con raccapriccio il pessimo gioco di parole "Genius, she thought. My father . . . Dad. Dead." o la guardia svizzera i cui occhi diventano bianchi "come uno squalo in procinto di attaccare (?)".1
Eppure, nonostante tutto, i libri di Dan Brown risultavano leggibili, dato che le trame erano fluide e il ritmo sostenuto. Persino le teorie presentate risultavano verosimili, se considerate soltanto all'interno del libro.
Il Simbolo Perduto invece presenta una rara combinazione autodistruttiva: i lati negativi sono amplificati a manetta, mentre quelli positivi spariscono nel nulla. Come se ciò non bastasse, il caro Dan Brown ricicla senza vergogna alcuna tutti i personaggi, le scene e i cliché già apparsi nei precedenti libri, senza neanche sforzarsi di occultarli decentemente.
In parole povere? Il Simbolo Perduto è un disastro!



20 euro buttati nel cesso.




La Trama:
Robert Langdon, uno pseudo-tuttologo capace di svelare in una manciata di secondi misteri sui quali le più brillanti menti dell'umanità si sono arrovellate per secoli, si reca a Washington su richiesta di Peter Solomon, un suo caro amico nonché mentore e anche "una sorta di padre putativo": la classica figura importante e influente nella vita di Langdon nonostante non sia mai stato nominato nei libri precedenti.
Arrivato a destinazione, Langdon scopre che il suo amico, mentore e "sorta di padre putativo" mai nominato prima è stato rapito dal tipo inquietante di turno che vuole dal buon Robert la soluzione dell' enigma di turno (decifrare la piramide massonica) in cambio della vita di Peter Solomon.
Robert dovrà quindi decifrare gli indovinelli di turno, aiutato dalla bellona di turno, il tutto mentre scappa dal poliziotto di turno.


Copia copiarella
Leggendo Il Simbolo Perduto ho spesso avuto sensazioni di déjà vu, ma poi ho capito che il problema non era mio, ma del libro. Anzi, di Dan Brown che ancora non ha imparato a scrivere una trama diversa da quella degli altri libri, con dei personaggi diversi dai soliti.
La storia è sempre la stessa: un mistero da risolvere, un cattivo dal quale scappare e un poliziotto stronzo ma buono a complicare le cose.
Anche i personaggi sono sempre gli stessi: osservando Katherine Solomon non potrete fare a meno di pensare a Vittoria e Sophie dei precedenti libri. Le differenze tra i tre personaggi si fermano al nome e alla nazionalità, per il resto sono identici. La stessa cosa si può dire di Inoue Sato, la direttrice dell'OOS, che altri non è se non la versione femminile e giapponese di Olivetti e Bezu Fache.
Zachary Solomon altri non è che Sir Leagh Teabing/Carlo Ventresca sotto mentite spoglie, mentre il suo alter-ego Mal'akh ricalca fedelmente Silas/l'Hassassin.
Anche le situazioni sono sempre le solite: Langdon deve decifrare qualcosa entro la notte, aiutato da una donna, poi a un certo punto vengono rapiti dal cattivo che, tra le altre cose, vuole diffondere o nascondere un segreto misterioso, e ci riesce quasi ma Langdon lo ferma appena in tempo...
Credo di aver appena riassunto la quasi-totalità delle opere di Dan Brown, incluse quelle estranee alla saga di Robert Langdon.
Il problema è che Il Simbolo Perduto non fa eccezione. In altre parole: 20 euro per avere una storia che un fan di Dan Brown ha già letto almeno altre quattro volte.
Dan, l'originalità non si paga, perché non ti sforzi di scrivere qualcosa di originale?


Perché Dan Brown scrive a Culo di Gallina (CdG)
Perché è uno degli autori più venduti al mondo, ci ha messo 5 anni per scrivere Il Simbolo Perduto, quindi è inammissibile che utilizzi ancora frasi fatte come "le sue gambe erano pesanti come la pietra" o "fu come se le fosse passato supra un autotreno". Sono frasi trite e ritrite, indice di una pigrizia immane e di un rispetto nullo per il lettore: in 5 anni Dan Brown poteva trovare altre espressioni da utilizzare al posto di queste, per dimostrare di essersi effettivamente impegnato. Invece no.
Non fraintendete: lascerei correre se si trovassero una volta ogni tanto, ma invece le frasi fatte la fanno ampiamente da padrone.
Inoltre, i numerosi strafalcioni storici e topografici sono inaccettabili, dato che si tratta di cose che chiunque potrebbe scoprire con una ricerchina svogliata su Wikipedia. Qualche esempio?
Kalorama Heights si trova a sud-est rispetto alla National Cathedral, non a nord.
La National Cathedral è l'edificio più alto di Washington, non il Washington Monument.
Gli epici duelli tra valorosi guerrieri in armatura si trovano nell'Iliade, non nell'Odissea.
Langdon ricorda di quando una ragazza 10 anni prima aveva citato Wikipedia, che all'epoca non esisteva.
A questo punto mi rivolgo all'editor Jason Kaufman: Jason, perché pensavi a rincorrere le farfalle invece di fare il tuo lavoro? Ti ricordo che il romanzo in questione era il più atteso del 2009, non ci fai una bella figura!


Le Descrizioni
Sono talmente orripilanti da meritare un paragrafo tutto per loro. Partiamo da Katherine Solomon:
Cominciò a raccogliere le proprie cose e si diede un'occhiata nello specchietto retrovisore, più per abitudine che per vanità.
Dagli avi mediterranei aveva ereditato la pelle ambrata ed elastica, e a cinquant'anni aveva ancora un viso fresco e levigato. Non si truccava quasi e teneva sciolti i folti capelli scuri. Come suo fratello maggiore, Peter, aveva gli occhi grigi e una naturale eleganza aristocratica.
Oddio, la solita descrizione allo specchio. La forma preferita dagli scrittori principianti per descrivere i personaggi. Dan, tesoro, scrivi da 15 anni, non potevi sforzarti di trovare una forma meno abusata?
Ma andiamo avanti, che qui il percolato abbonda: Katherine Solomon che a 50 anni ha il viso fresco e levigato è un'assurdità, di quelle che poi fanno venire i complessi alle 50enni vere. Ma ancora non è nulla: notate la precisazione (fuori PoV) sulla naturale eleganza aristocratica, che esula completamente ciò che si può notare da una fugace occhiata in uno specchietto. Fugace perché Katherine non è vanitosa, si guarda per abitudine (?).
Dan Brown ci spara con nonchalance la combo mortale "bella, giovanile, elegante, aristocratica, non vanitosa" che è una vera e propria testata all'idrogeno per il romanzo: una combo simile potrebbe essere tollerata solo nel caso in cui l'aspetto di Katherine abbia una qualche rilevanza ai fini del racconto, ma dato che non ne ha appare ovvio che l'unico motivo per inserire uno scempio del genere è il desiderio dell'autore di dare una degna Mary Sue al suo Gary Stu. Inoltre anche qui ricorre il classico canone di piatta bellezza senza peculiarità, un'occasione letteralmente gettata nel cesso: Katherine non poteva essere bella anche se con degli atteggiamenti non aristocraticamente eleganti? Oppure, in che modo qualche ruga avrebbe inficiato la sua bellezza?
Questa descrizione potrei ricopiarla e usarla come termine di paragone negativo per valutare la qualità di altre descrizioni, dato che dubito di poter trovare qualcosa di peggio.
PS: La naturale eleganza aristocratica di Katherine non ci viene mai mostrata all'interno del romanzo, se ve lo state chiedendo. Lo sappiamo solo perché lo dice il narratore in questa frase.


Il viso fresco, levigato e senza trucco di una 50enne
che usufruisce dei migliori trattamenti anti-age.


E a proposito di Mary Sue e Gary Stu, già sappiamo che Robert Langdon, al pari di Dan Brown, è professore universitario e storico dell'arte, ma se non vi sembra ancora una Stuaggine sufficiente, eccovi l'abbigliamento di Robert Langdon, uscito direttamente dal guardaroba di Dan Brown:
Langdon si guardò. Aveva uno dei suoi soliti dolcevita antracite, giacca di Harris Tweed, calzoni cachi e mocassini
Vi ricorda niente?
Parte 1, punto 17.a del Mary Sue Test.

Ma le descrizioni-aborto continuano: ecco quella di Mal'akh (il cattivo di turno), fatta, ovviamente, in prima persona davanti allo specchio:
Mentre andava verso l'armadio si fermò, attirato dalla propria immagine riflessa nel grande specchio dorato. Era irresistibile: lentamente, come scartando un dono prezioso, aprì la vestaglia per ammirare la propria nudità. Rimase strabiliato.
Sono un capolavoro.
Il suo corpo, tonico e muscoloso, era completamente glabro, la pelle liscia. Mal'akh si guardò daprima i piedi, sui quali erano tatuati gli artigli di un falco. Le gambe, invece, erano colonne intagliate: la sinistra tortile, la destra scanalata. Boaz e Jachin. Pube e addome formavano un arco decorato e sul petto campeggiava la fenice bicefala con le due teste di profilo, i capezzoli che fungevano da occhi. Spalle, collo, viso e capo rasato erano un intricato arazzo di sigilli e simboli antichi.
Sono un'opera d'arte... un'icona in costruzione.
Ce lo vedo proprio, questo coglione a rotelle che si osserva strabiliato per la duecentesima volta come se fosse la prima, controllando ogni singolo tatuaggio e sbrodolandosi al pensiero di essere un'opera d'arte! E Dan Brown  ci da pure a intendere che l'allegro coglione faccia questo siparietto ogni volta che vede uno specchio!
Complimenti Dan: se volevi far perdere di credibilità all'antagonista della storia dipingendolo come un vanesio rincoglionito ci sei riuscito alla perfezione...
PS: Dan Brown asserisce che l' addome di Mal'akh sia occupato da un arco e relega la fenice al solo petto del nostro Puffo Vanitoso dei poveri, specificando che gli occhi dell'animale coincidono con i capezzoli. Peccato che nella sola zona del petto non possa starci un tatuaggio simile, non ce n'è lo spazio materiale!
Certo, a meno che la nostra fenice non si tiri dietro un carico di tare genetiche peggiore di quello dei personaggi di Beautiful...


Il petto è la zona compresa tra le due linee nere.
Se riuscite a disegnarci una fenice bicefala che non
sembri un aborto, i cui occhi coincidano con i capezzoli,
fatemelo sapere.



Il PoV maldestro e spoilerante
Potrei passare ore a parlare di come la gestione del PoV nei romanzi di Dan Brown sia praticamente assente: PoV ballerini che oscillano tra i vari personaggi e il naratore onnisciente, osservazioni fuori PoV... le solite robacce insomma, ma qui c'è dell'altro: Dan Brown infatti è un vero e proprio maestro nell'utilizzare i PoV nella maniera più disastrata. Ecco qualche esempio:
  • PoV utilizzati per allungare il brodo: come quelli di Colin Galloway, degli agenti Nunez e Anderson e quelli di Mal'akh, Katherine e Trish Dunne nella prima parte del libro e buona parte di quelli di Sato e Bellamy nell'ultima metà del libro. Non aggiungono un cazzo alla storia, ma riempiono interi capitoli.
  • PoV utilizzati per montare sottotrame farlocche: come quelli di Nola Kaye, Mark Zoubianis e quelli di Katherine e Trish nella prima parte del libro. Nei capitoli in questione Dan Brown prova inutilmente a costruire una sottotrama che svii l'attenzione del lettore dalla trama principale: a partire da un documento criptato, l'autore prova a suggerire un coinvolgimento di Inoue Sato nella trama principale, lasciando intendere che sia una sorta di contatto di Mal'akh. Peccato che invece ci venga detto dal primo momento che il contatto di Mal'akh sia Bellamy, e che la sottotrama farlocca sia trattata con un'approssimazione tale da lasciar intuire chiaramente che non ha nessun valore.
  • PoV che spoilerano: mi riferisco a quelli di Mal'akh. L'autore prova maldestramente a convincerci che Mal'akh e Zachary Solomon siano due persone distinte e separate e che il primo abbia ucciso e derubato il secondo. Peccato che Mal'akh dimostri più volte di sapere cose che solo Zachary può sapere e inoltre rimproveri spesso a Peter (il padre di Zach) di non aver pagato per far uscire il figlio di prigione, accusandolo di essere un pessimo genitore in lunghi rasponi monologhi mentali. Contemporaneamente però ci viene suggerito, da altri personaggi, che Mal'akh avrebbe torturato, derubato e ucciso Zach, ma Daniele Marrone, molto maldestramente, affronta la questione dal PoV dello stesso Mal'akh, riempiendo i capitoli in questione di vaghi quanto imbarazzanti detto-non detto che invece fanno capire chiaramente come sta la situazione.
    Aggiungete che non si sa nulla del passato di Mal'akh e che i due hanno la stessa età, erano entrambi tossicodipendenti e a questo punto anche il lettore meno sveglio inizia a intuire che potrebbero essere la stessa persona, mentre quello mediamente sveglio ne ha già la certezza.
    Mal'akh inoltre ripete continuamente di considerare il suo corpo un sacrificio offerto alle divinità, di conseguenza, quando afferma di voler sacrificare qualcosa di importante lasciando intendere che si tratti di suo padre, il solito lettore mediamente sveglio ha già compreso ampiamente il bluff dell'autore.
  • PoV ridicoli: cioé quelli in cui l'autore prova a far montare l'hype senza rivelare nulla. In pratica ciò si traduce in personaggi che hanno pensieri tipo "stasera finalmente avrò quella cosa" o "non posso permettergli di rivelare quell'informazione", il che è palesemente ridicolo e irrealistico. Le persone vere non pensano per enigmi, Dan! Le persone vere hanno pensieri più semplici e diretti: "domani vedrò il mio ragazzo", non "domani vedrò quella persona", oppure "non ho studiato anatomia comparata dei bulloni e domani il professore mi boccerà", non "non ho fatto quella cosa e domani quella persona mi darà problemi"!



Un libro che non fila
Dan Brown non ha mai scritto libri storicamente attendibili né perfetti dal punto di vista della tecnica, però è da riconoscergli che le sue opere precedenti filavano bene. Velocemente e senza intoppi.
Finché un romanzo fila bene posso lasciar correre gli scivoloni storico/tecnici, benché sia triste sentire uno storico dell'arte dire puttanate quando parla del suo campo d'istruzione.E non parlo di Langdon, ma di Dan Brown.
Posso lasciar correre le suddette puttanate anche perché, se prese per vere, la trama acquista un senso e la teoria sostenuta appare verosimile.

Questo è il motivo per cui ritengo passabili i precedenti libri di Dan Brown, mentre non posso dire lo stesso per Il Simbolo Perduto che, oltre a contenere i soliti strafalcioni, scorre con una lentezza mortale e presenta una trama quasi impalpabile.
Partendo dall'inizio: Mal'akh, nel prologo, si sbrodola pensando per enigmi a cose che si avvereranno e a persone che perderanno qualcosa, dopodiché seguono otto capitoli pieni di flashback e di fuffa. Nel nono finalmente inizia a muoversi qualcosa, ma Dan Brown riesce ad annacquare il tutto: la storia inizia a prendere una piega più dinamica dopo circa 30 capitoli, e dovremo aspettarne quasi altri 10 prima che Langdon faccia il primo tentativo di decifrazione della piramide. Tentativo fallito, tra l'altro. Il primo enigma viene risolto dopo altri 20 capitoli, ma ci non porta a nulla di concreto. Dopo altri 20 capitoli viene definitivamente risolto il primo enigma e ci viene data la prima parte del secondo, mentre per la seconda dovremo attendere altri 10 capitoli. Mi fermo qui, ma spero abbiate capito quanto sia lento il ritmo.
Per tutto il libro inoltre ci ritroveremo a fare i conti con interi capitoli inutili, flashback inutili, seghe mentali inutili, sottotrame farlocche e inutili gestite alla CdC e tanta altra roba inutile. Togliendo tutta questa roba inutile sarebbe uscito un libro decente di 200 pagine contro le 500 e passa attuali.
Altro problema, Dan Brown ha la classica Sindrome del Cliffhanger: tende a terminare ogni capitolo con un cliffhanger, ad ogni costo. Anche se il capitolo dura una pagina e mezza, anche se il capitolo è inutile, anche se deve mettere un'osservazione fuori PoV per inserire il cliffhanger.
Il problema della Sindrome del Cliffhanger lo ho già affrontato nel post sul Diavolo Nella Cattedrale, quindi riporterò il pezzo di testo riguardante, modificando qualche parola per adattarlo a questa situazione con delle sciccosissime correzioni in viola:
Il ritmo in generale fatica a decollare perché l'autore esagera con i cliffhanger: in media, 7 paragrafi su dieci ne contengono uno alla fine. I paragrafi poi difficilmente raggiungono e superano le 5 pagine di lunghezza, dopodiché cliffhanger e fine del paragrafo, a cui segue puntualmente un paragrafo inutile che parla di Johann Overstolz Mal'akh che si sbrodola, Kuno Bellamy che frigna, Goddert che consegna le balle di tessuto Nola Kaye che cazzeggia dietro sottotrame farlocche o altre boiate del genere. Risultato: il ritmo è spezzato e il lettore è stizzito.
Ora per quanto Schatzing Brown possa essere bravo (cioé molto poco) non riesce a far prendere ritmo alla narrazione in 5 pagine, se poi interrompe pure la scena appena inizia ad essere interessante allora è un disastro! Con la precisazione che, dato l'alto tasso di prevedibilità del romanzo, le scene interessanti si contano sulle dita di una mano. Inoltre Dan Brown inserisce anche paragrafi tarocchissimi di una decina di righe, messi apposta per interrompere la narrazione e allungare il brodo.
Frank ti prego, allunga i paragrafi! Danke. Dan ti prego, impara a scrivere! Thank you.


La trama è pigra e offensiva per il lettore
Ecco, siamo arrivati alla parte peggiore del libro.
La trama è, senza mezzi termini, la copia decerebrata di quella del Codice Da Vinci, con i massoni al posto del Priorato di Sion e Washington al posto dell'Europa, con la differenza che qui si sente chiaramente la svogliatezza dell'autore. Il Simbolo perduto non ha un solo momento di originalità, e anche gli enigmi appaiono pigri, inconcludenti e offensivi per il lettore che ha speso 20 euro sperando di trovare qualcosa di interessante. L'enigma finale poi è una vera e propria scaricata di doppietta nelle viscere, una griglia di 8x8 caselle da riordinare secondo un ordine prestabilito, delle quali solo 16 sono utili per risolvere l'enigma, mentre le altre sono solo fuffa. E ho detto 16 andando per eccesso, dato che sono solo 8 quelle che servono effettivamente a risolvere l'enigma, mentre le altre 8 servono solo come inutile informazione extra, necessaria solo per fuorviare il cattivo.
Un'altra trovata pigrissima è il Deus Ex Machina col quale Brown salva Langdon: il nostro tuttologo è stato chiuso in una vasca sigillata che viene riempita d'acqua, e sembra che anneghi. Dico sembra perché è ovvio che l'autore non uccida il personaggio principale quando mancano circa 200 pagine alla fine del romanzo e la trama è ancora aperta, quindi l'unica cosa che può tenere sulle spine il lettore è scoprire come si salverà Langdon, non se si salverà perché quello è scontato. E in una situzione del genere l'aspettativa è alta.
Daniele Marrone invece risolve la situazione con un terribile Deus Ex Machina: il liquido che Langdon ha inalato non è acqua, ma fluorocarbonio ossigenato liquido, un liquido respirabile, e quella in cui è stato rinchiuso non era una vasca qualunque, ma una vasca di deprivazione sensoriale che Mal'akh utilizzava per sperimentare qualcosa di simile alla morte. Piccolo problema: la suddetta vasca non è mai stata nominata prima, neanche con allusioni tanto care a Brown tipo "Mal'akh era appena uscito da quella cosa lì... esatto, proprio quella". Già questo basterebbe a condannare il libro all'esilio nelle amene terre di Fanculo, ma Dan Brown non è soddisfatto, e tira l'ennesimo calcio nel culo del lettore affermando, nei capitoli successivi, che Mal'akh abbia fatto un grande utilizzo di quella vasca mai nominata prima: poteva inserirci qualche riferimento nei capitoli precedenti vista l'importanza dell'aggeggio in questione, invece di riempirli con beceri sbrodolamenti sulla disgrazia genetica che Mal'akh si è fieramente tatuato in petto.
Ma andando avanti, la situazione non può che peggiorare! Mal'akh ha intenzione, come ampiamente previsto, di offrirsi in sacrificio a qualche non meglio specificata Presenza OscuraTM, e per convincere Peter Solomon a collaborare minaccia di inviare agli organi di stampa un video palesemente tarocco in cui sembra che i massoni uccidano qualcuno. Il governo degli Stati Uniti, che ha gestito notizie peggiori tipo l'assenza di armi di sterminio di massa in Iraq, decide di intervenire per evitare che il video provochi "una crisi nazionale" e manda Inoue Sato (la direttrice dell' Office of Security della CIA) per evitare il peggio, e la fa supportare da una manica di mentecatti (a stento una decina) che si fanno uccidere da un cazzone armato di cacciavite. Come Sato e il governo sappiano dell'esistenza di questo video non ancora divulgato resta un mistero, così come resta un mistero dove e quando Mal'akh abbia imparato ad affrontare e sopraffare agenti addestrati dalla CIA.
Arrivati al posto dal quale Mal'akh vorrebbe inviare il video, qulcuno potrebbe pensare che Sato faccia intervenire la SWAT, invece manda un solo agente a fare irruzione, scortato da un civile appena uscito da una vasca di rincoglionimento sensoriale, ma che è Langdon e quindi risolverà tutto.
Mal'akh poi fa la morte più ridicola che possiate immaginare: ucciso da delle schegge di vetro che cadono dal soffitto, regalandoci un finale irritante e completamente privo di pathos.
A questo punto penserete che il peggio è passato, e invece no: segue un noiosissimo epilogo in cui la sottotrama farlocca giunge finalmente a conclusione con un prevedibile nulla di fatto, mentre Peter Solomon, l'arzillo ultracinquantenne che nelle ultime 24 ore è stato torturato, mutilato e ha assistito alla morte dell'unico figlio, si mette a stronzeggiare parlando di ridicoli segreti massoni invece di andare in ospedale.
Infine, scopriamo anche quale sia l'oggetto misterioso che Langdon ha inseguito per tutto il libro: all'inizio del romanzo erano "i più grandi segreti dell'umanità", poi sono diventati "la chiave per interpretare i più grandi segreti dell'umanità", poi "una parola segreta", poi "un simbolo segreto", mandando il lettore nella confusione più totale. Quando poi finalmente si scopre cosa sia questa roba misteriosa attorno alla quale ruota il romanzo, ecco che Il Simbolo Perduto raggiunge il suo punto più basso: tenetevi forte, perché la cosa per avere la quale Mal'akh stava per provocare una "crisi nazionale" altro non è se non una cazzo di Bibbia senza nulla di particolare.
...
Vi si sarà slogata la mandibola dopo l'ultima frase, vi do il tempo di risistemarla.
...
Ok, ora posso dirlo: non è uno scherzo, sono maledettamente seria. Una Bibbia. Il cazzo di libro più venduto al mondo, peggio di 50 Sfumature Di Grigio, un libro che si trova in quasi ogni casa d'America.
Quando ho scoperto che Mal'akh ha quasi mandato in crisi l'America per una Bibbia che poteva trovare tale e quale sul cuscino di un motel mi sono sentita come Ted Raimi in Midnight Meat Train.




Siamo alla fine, ma prima di concludere, un piccolo extra:




PICCOLO EXTRA: Come scrivere un romanzo della saga di Robert Langdon.


Occorrente:
  • Robert Langdon
  • Una studiosa gnocca, intelligente, con situazioni familiari particolari e stranamente capace di reagire con lucidità e competenza in situazioni di pericolo.
  • Un parente della suddetta, al quale capiti una qualche disgrazia che metta in moto gli eventi del libro.
  • Un tizio cattivo, grosso, forte, con qualche peculiarità fisica, senza nome e dal passato oscuro che ricopra il ruolo di antagonista "materiale" della storia.
  • Un altro tizio "completamente insospettabile" che si riveli essere il vero antagonista alla fine della storia.
  • Il "poliziotto cattivo" dal quale Langdon scappa per metà libro, finché non scopre che in realtà entrambi sono dalla stessa parte.
  • Un disabile.
  • Una società segreta.
  • Un enigma secolare da decifrare in una notte.
  • Una cuofana di flashback da inserire al momento meno opportuno
  • Personaggi inutili per allungare il brodo Q.B.
Istruzioni:
Mischiate il tutto alla CdC e ricordatevi che la storia deve concludersi dove è iniziata.
Se il tutto vi sembra troppo concentrato, aumentate pure i flashback e date più spazio ai personaggi inutili.
Finito il tutto, dategli un titolo che non ci appizzi una cippa con quello di cui parla il libro, stampate e mandate al vostro editor!
Buona Fortuna, piccoli Dan Brown in erba!





Siamo alle battute finali gente!

Ecco, come al solito, il libro racchiuso in una sua frase:


che razza di padre è quello che può guardare suo figlio negli occhi... anche se dopo tanti anni... senza riconoscerlo?

Allora, Dan? Che razza di scrittore è quello che può scrivere lo stesso libro per l'ennesima volta... anche se dopo tanti anni... senza riconoscerlo?





Un libro prevedibile e scritto chiaramente senza voglia. Lo svolgimento è lentissimo e la trama è prevedibile.
Rileggetevi Il Codice Da Vinci altre 13 volte e continuerà ad essere più piacevole e imprevedibile del Simbolo Perduto.







Prevedibile, copiato e scritto male. Dal punto di vista stilistico è terribilmente Trash, ma i contenuti sono troppo piatti e anonimi per strappare una risata.









1. I periodi che Dan Brown scrive col culo sono stati ampiamente sviscerati qui e qui, non mi sembrava il caso di riportare il tutto anche su questo blog. Se qualcuno ha problemi con l'inglese me lo dica e riporterò gli esempi peggiori in italiano.











8 commenti:

  1. Adesso che mi ci fai pensare, Robert Langdon incontra sempre sul suo cammino una ragazza bellissima e intelligentissima!
    Ho letto di dan Brown sia "Il codice Da Vinci" (non male per i miei gusti ) , e sto finendo "Angeli e demoni".
    Lo devo dire, alla fine questo libro mi sta spiazzando ,ma non per i colpi di scena o altro ma perchè ci sono certe situazioni più da libro fantasy che da triller.
    E purtroppo ci son pure scene involontariamente ridicole...
    Ciao
    Hera

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    1. Ciao bentornata!
      "Il Codice Da Vinci" e "Angeli E Demoni" non erano male, mi sono presa anche parecchie questioni per difenderli. Certo, le situazioni erano surreali, la prosa goffa e gli errori "storico_artistici" erano terribili (soprattutto per noi italiani che un minimo di storia dell'arte la studiamo a scuola, mentre in America dubito che si faccia), ma almeno c'era sempre quell'azione frenetica che teneva la suspanse a un buon livello, la lettura filava e la trama aveva una sua compattezza e, soprattutto, un senso. Le teorie pseudofantasy di erano interessanti, anche se non estremamente verosimili e gli enigmi erano sfiziosi, o quanto meno non avevano soluzioni sciatte come nel "Simbolo Perduto". I primi due libri della saga, personalmente, li salvo pur non ritenendoli dei capolavori.
      Il problema principale del "Simbolo Perduto" è che davvero è una brutta copia del "Codice Da Vinci": personaggi e situazioni sono identici, al punto che puoi prevederne lo sviluppo con centinaia di pagine d'anticipo. Ammesso che tu riesca a sopravvivere alla pallositas di una trama annacquata ai massimi livelli...
      Consiglio personale: se vuoi leggerlo, procuratelo... ehm... come si dice... a costo basso o meglio ancora zero.
      PS: hai perfettamente ragione: "Angeli E Demoni" ha davvero delle situazioni al limite del ridicolo, ma tutto sommato è salvabile. Almeno come libro da leggere sulla tazza del cesso o sotto l'ombrellone.

      NOTA PER LA GUARDIA DI FINANZA: Non sto suggerendo di prenderlo pirata, lungi da me, ma di farselo prestare o comprarlo su una bancarella a pochi euro... si, proprio così!

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  2. Il libro finisce (quasi) sempre con una scopata con la figa di turno, non ti dimenticare!

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    1. Dei primi tre della saga solo Angeli E Demoni presenta questo finale, per il resto il buon Robert non batte chiodo :(

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  3. Tutti ingegneri su questo forum.... " Diciamoci la verità: Dan Brown non ha mai saputo scrivere..." Vero! Infatti non ha mai venduto un cazzo! Scrivetelo voi un best seller visto che avete tutti gli elementi per farlo e vi sentite così colti da poter fare meglio.
    E quanfo avete finito andatevene affanculo voi ROSICONI!

    Ps dal commento del genio Rita Romano si deduce il livello di superficialitâ!!!!!

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    1. Toh! Ecco un altro trollino! Mi dispiace ma il bonus "Primo Troll" ti è stato soffiato da Crash1, quindi niente trattamento di favore per te.

      Notizia numero 1: Non serve essere ingegneri per poter criticare un libro. Anche perché a Ingegneria non mi pare ci siano esami di critica letteraria.

      Notizia numero 2: Non serve nessuna competenza specifica per poter criticare un libro in senso negativo esattamente come non ne serve nessuna per poterlo criticare in senso positivo, o tu saresti il/la primo/a a dover stare zitto/a. In ogni caso, io ho studiato le tecniche narrative e ho abbastanza buonsenso da non scrivere mai una schifezza come "il suo corpo precario", di te invece cosa mi dici?

      Notizia numero 4: Qui nessuno ha il sogno nel cassetto di pubblicare un romanzo, devo pubblicarne uno solo perché lo dici tu?

      Notizia numero 5: La discriminante principale tra un romanzo pubblicato e uno inedito non è la qualità e se hai mai trovato un libro di qualità scadente dovresti saperlo benissimo. Ma forse l'idea che un libro che ti è piaciuto possa essere carente dal punto di vista della qualità ti disturba. Poi saremmo noi i rosiconi.
      PS: Che Dan Brown non sappia scrivere non lo sostengo solo io, ma anche la stragrande maggioranza dei critici (indipendenti e non) che lo fanno per mestiere. Anche loro hanno bisogno del tuo permesso per poterlo dire?

      Notizia numero 6: Io ho argomentato in maniera oggettiva la mia critica, e chiunque voglia andare a cercare nel romanzo le pecche che ho sottolineato le troverà senza problemi. L'unica persona la cui critica trasuda superficialità con la pala sei tu, che non hai saputo addurre nessuna motivazione se non "lui scrive bestsellers e voi siete invidiosi gné gné". Impara ad argomentare e poi torna a spiegarmi in che punto la mia critica sarebbe sbagliata, ti aspetto.

      Notizia numero 7: Questo non è un forum, è un blog. Devo spiegarti la differenza tra i due o ci arrivi?

      Notizia numero 8: Qui l'unico/a che rosica facendosi salire la pressione, mandando affanculo tutti e senza addurre una sola motivazione sei tu, gioia! ^__^

      Wow, otto cazzate in un commento di sole 5 righe! Fossi in te contatterei il guinness dei primati, so che pagano per i record!

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  4. Certo che tu non guardi proprio mai la mail, eh...!
    MALE!!

    Ivan

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